Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliLo studio «Vita e morte nel Cerro de la Cruz» di Fernando Quesada della Facoltà di Archeologia dell’Università autonoma di Madrid, rivela il lato oscuro della famosa pax romana. Infatti, malgrado portassero una certa stabilità e tranquillità alle regioni annesse all’Impero, i Romani non sempre si comportarono in modo pacifico.
Lo testimoniano gli scavi del Cerro de la Cruz (Cordova), una collina rocciosa triangolare vicino al fiume Almedinilla, sulle cui pendici nell’XI secolo a.C. era ubicato un villaggio iberico di circa 4,7 ettari, dei quali finora è stato scavato solo il 2,5%. Sebbene lo scavo sia ancora agli inizi, i ritrovamenti sono già sconcertanti.
Lo studio conferma che il villaggio fu distrutto e saccheggiato. Magazzini, case e strutture sono rimasti intatti sotto le macerie, dove sono stati trovati resti umani con evidenti prove di ferite da spada e amputazioni. Tra le rovine numerosi oggetti della vita quotidiana abbandonati e sotterrati sotto uno spesso strato di cenere che dimostra la violenta distruzione del villaggio.
Lo studio riapre il dibattito sulla romanizzazione: Quesada sospetta che la distruzione del Cerro de la Cruz risalga alle famose rivolte del condottiero lusitano Viriato e che il villaggio sia stato probabilmente bruciato dal generale Quinto Fabio Massimo Serviliano.

Alcuni dei resti umani trovati tra le macerie del Cerro de la Cruz
Altri articoli dell'autore
Andrea Mastrovito ha vinto il concorso per l’opera a coronamento dell’ultima torre della basilica progettata da Gaudí, la cui costruzione è alle battute conclusive. Miquel Barceló, Cristina Iglesias e Javier Marín sono stati invitati a presentare un progetto per la Facciata della Gloria
Per il suo ritorno in città dopo cinque anni, le linee delle sculture dell’artista irlandese dialogano con quelle ondulate e sinuose dell’architettura di Gaudí a La Pedrera
Il Centro Botin (in autunno il Museo Reina Sofía di Madrid) propone una visione a 360 gradi dell’innovatrice artista che mise le donne al centro delle sue opere
Una mostra a Barcellona riunisce per la prima volta tre versioni del santo di Assisi dipinte dal maestro spagnolo. Carme Ramells racconta il restauro che ha cambiato l’interpretazione iconografica dell’opera appartenente al Mnac, svelando una fake news del Siglo de Oro