Il gallerista malinconico
L'ultimo libro, in versi e in prosa, del «quirite» Fabio Sargentini

Una vita da gallerista non è solo fatta di galleria. Fabio Sargentini è anche scrittore e uomo di teatro, sentendosi a casa tanto tra le immagini quanto tra le parole e le scene. La sua stessa concezione di galleria prevede sin dagli albori nel 1966, ovvero da quando ha iniziato a dirigere L’Attico senza il padre Bruno, una messa in scena del gesto artistico che rende lo spazio espositivo parte dell’opera, così come le parole sono parte della vita di un gallerista portato alla riflessione e alla creazione.
Per le Edizioni L’Obliquo è da poco uscito l’ultimo libro di prose di Fabio Sargentini, dal titolo Quirite malinconico, ovvero lui, che è romano («quirite» è antico sinonimo dei cittadini dell’urbe), ma che è soprattutto un essere umano, e quindi aduso ai territori delle malinconie.
Una versione ridotta del componimento che dà il titolo al volume uscì già sulla rivista letteraria
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)