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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliLa diffusione capillare de I sepolcri nell’Italia ottocentesca accompagnò la nascita dei cimiteri monumentali, dove la generazione del Risorgimento cercava una diversa modalità iconografica, meno legata alla fede. Al Monumentale di Milano, creazione di Carlo Maciachini si è determinato quindi un vero e proprio museo della scultura, che ha tenuto debitamente conto di queste tensioni.
In primo piano sta Leonardo Bistolfi, il «poeta della morte», che narrò con una sensibilità squisita il lutto, come si evidenzia nella Tomba Toscanini, in cui si narra la morte in Argentina del piccolo Giorgio, all’età di sei anni. Altrettanto forti Enrico Butti (Tomba Ajroldi Casati) o Giannino Castiglioni, nelle edicole Bernocchi e Falck, e nella mirabile «Ultima cena» per Davide Campari, dove gli apostoli sono i membri del consiglio di amministrazione. Il tutto senza scordare Adolfo Wildt, Paolo Trubetzkoi e Lucio Fontana. Di questo tratta la nuova guida del luogo, scritta con vivacità da Carla De Bernardi e Lalla Fumagalli, che segue, con molte illustrazioni, il destino di icone del dolore che spesso sono connesse a famiglie tramontate, disegnando la mappa di una isola dei morti, che spesso rivaleggia per suggestioni con la classica figurazione böckliniana.
Il Monumentale di Milano. Un museo a cielo aperto, di Carla De Bernardi e Lalla Fumagalli, 248 pp., Jaca Book, Milano 2017, € 18,00

La copertina del volume
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