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Il primo brand di design di Milano ha più di 200 anni. Non di un refuso si tratta, ma di una realtà storica, perché fu Giuseppe Maggiolini (Parabiago 1738-1814) a intuire per primo l’importanza di supportare la sua sapienza di intarsiatore con invenzioni formali di artisti rinomati (che, va detto, facevano a gara per fornirglieli). Maggiolini fu subito premiato: le sue creazioni furono un «must» per la corte asburgica, alla fine del Settecento, e poi per quella napoleonica e per l’entourage dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, non solo lombarde. Era nato il «Mobile Maggiolini», oggi al centro della mostra «Maggiolini al Fuorisalone», curata da Giuseppe Beretti per la settimana del design.
Presentata dal 14 al 19 aprile nella Galleria San Fedele, in via Hoepli 3, la mostra è frutto della collaborazione di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, CorsiArte (che organizza anche le visite guidate), Laboratorio Beretti e le onlus Di Mano in Mano e Fondazione I care ancora, ed è realizzata in collaborazione con le Raccolte d’arte applicata della città, che prestano alcuni mobili mai esposti prima, e la cui conservatrice Francesca Tasso contribuisce al catalogo (Inlimine) insieme al curatore e a Sandrina Bandera, neo-direttore del Polo Museale lombardo.
Venti le opere esposte di Maggiolini, dagli esordi, ancora nel gusto del rococò, sino all’età napoleonica, tutte di alta committenza e per lo più inedite, fra le quali spiccano le due commode realizzate nel 1777 per il banchiere Antonio Greppi, su disegno di Andrea Appiani, per la prima volta esposte insieme; le grandi commode Sola-Busca, 1789, considerate il suo capolavoro, e due commode del 1804 che documentano il nuovo gusto Impero. Accanto sono esposti preziosi progetti e disegni, dal ricco fondo grafico della bottega.
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