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Il Basquiat colombiano

Oscar Murillo è protagonista di una mostra che si tiene al Capc fino al 27 ottobre

Il trentunenne colombiano, che ha rapidamente scalato le classifiche del mercato, vive a Londra. La sua prima monografica è stata allestita nel 2013 alla South London Gallery. Alla Biennale di Venezia del 2015, dove aveva realizzato i «tendoni» all’ingresso del Padiglione Centrale, evoluzione installativa della sua pittura, ha presentato il progetto «Frequencies» iniziato nel 2015 e che ha coinvolto 5mila giovani di una ventina di Paesi.
 
Ora il museo d’arte contemporanea di Bordeaux propone «Estructuras resonantes», un’installazione incentrata sulla memoria. Murillo, che alcuni critici hanno definito «il Basquiat del XXI secolo», attinge all’esperienza personale e ai ricordi della città natale, La Paila. Lavora con materiali grezzi e riciclati, combina video, pittura e scultura, mescola spazi intimi e performance collettive. «Estructuras resonantes» è come un documento di viaggio attraverso Europa, Asia, Africa del Nord, America Latina.


Nel film «Untitled» l’artista raccoglie immagini girate in Marocco in cui un gruppo di musicisti beduini improvvisa melodie tradizionali per un pubblico di turisti e gente del posto. Fino al 24 settembre, il Capc propone anche «Linnaeus in Tenebris», un’installazione inedita di Naufus Ramírez-Figueroa, trentottenne artista originario del Guatemala, che lavora a Berlino. Per questa sua prima monografica in Francia, Ramírez-Fi-gueroa si ispira a Linneo, botanico e naturalista svedese del ’700 (al quale si deve la moderna classificazione scientifica delle specie viventi) e proietta il visitatore in un’azienda agricola in cui si producono specie bizzarre. L’esperienza al limite tra fantascienza e biotecnologie è una riflessione, spiega l’autore «sulla sofferenza della terra e sugli uomini che la sfruttano».

Luana De Micco, 08 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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Il Basquiat colombiano | Luana De Micco

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