Il Barocco reinventato di Giulio Coltellacci

Giulio Coltellacci è stato uno dei maggiori scenografi e costumisti del dopoguerra: il suo nome è indelebilmente legato agli splendori del teatro di rivista, alle celeberrime «folies bourgeoises» di Garinei & Giovannini.
Vittoria Crespi Morbio, mettendo a frutto una notevole mole di ricerche, ricostruisce un itinerario assai più complesso, che inizia all’indomani della fine della seconda guerra mondiale a Parigi, nei territori della moda, dove il nostro mette a segno alcune copertine di «Vogue», di gusto surrealista.
Di ritorno in Italia il nostro si scatena, collaborando con la scena nelle direzioni più diverse, tra un omaggio al realismo americano e il rigore classico di un allestimento all’Olimpico di Vicenza, senza scordare le incursioni nel futuribile con i costumi per Ursula Andress per la «Decima vittima» di Elio Petri, con una trama di plastica che ispirò Paco Rabanne.
Dove però il suo
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)