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Icone, tiranni e fatalone

Luca Scarlini

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Einaudi pubblica una Storia della moda tra Europa e America dall’800 a oggi

Le vicende, fascinose e complesse, della storia della moda tra Ottocento e Novecento, vengono attraversate in una recente ed efficace pubblicazione di due storici newyorkesi, con un ottimo apparato di illustrazioni, sempre con un occhio di riguardo alla relazione tra Europa e Stati Uniti, un tema meno frequente negli studi in Italia.

Storia della moda dal 1850 a oggi, di Daniel James Cole e Nancy Deihl (traduzione di Maurizio Francesconi, 480 pp., Einaudi, Torino 2016, € 90,00) offre un percorso che inizia dal 1850, ponendo a fianco del notissimo «The Shop Girl» di James Tissot (molto usato nelle pubblicazioni su fashion e costume) un’illustrazione del 1847 da «American Fashion», senza scordare di inserire le fattezze di Jenny Lind, l’usignolo svedese che sedusse la fantasia di Hans Christian Andersen.

Storia della moda dal 1850 a oggi, di Daniel James Cole e Nancy DeihlLa scrittura di Daniel James Cole e Nancy Deihl è efficace nel connettere moti della fantasia e sistemi di mercato, a partire dalla debita attenzione data al micidiale sistema delle crinoline, a cui il Musée de la Dentelle di Bruxelles ha dedicato una magnifica mostra nello scorso dicembre. Sempre Tissot (il magnifico «Too Early») viene utilizzato per illustrare l’arrivo del bustino, come elemento principale del vestiario. La «dittatura» del sarto-tiranno Worth, la seduzione orientale («La japonaise» di Monet viene scelta per introdurre il complesso tema del giapponismo), lascia lo spazio a un’ampia sezione sulla Belle Epoque intitolata esplicitamente «Gli eccessi dell’epoca d’oro», tra «reform dresses» delle femministe, parate di donne fatali e l’importante contributo alla moda maschile del principe di Galles.

Le trasformazioni, violente e repentine, delle fogge e degli usi passano anche dalle icone, amate o temute, per cui trova spazio anche la marchesa Casati Stampa, regina dell’eccentricità d’avanguardia. Da Paul Poiret alle maschiette, da Chanel a Sonia Delaunay sfilano tutti i nomi più importanti; in più il volume propone un parallelo continuo con l’industria dei sogni di Hollywood. Natacha Rambova, Alla Nazimova, splendente di lustrini, come eroticissima Salomè in un adattamento filmico della tragedia di Wilde del 1923 che fece scandalo, prelude a Walt Disney in knickerbocker insieme al suo staff, toccando il glamour delle star anni Trenta che hanno fatto epoca.

Nel ping pong tra i due continenti arriviamo fino all’esilarante parodia di «Zoolander» di Ben Stiller e all’attualità, riassumendo alla luce di questo dialogo di culture, una storia polimorfa e complessa, da cui restano fuori comunque molti aspetti della produzione europea novecentesca.

Luca Scarlini, 16 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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