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I vetri e i dipinti Carraro a Ca’ Pesaro riallestita

Lidia Panzeri

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La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro si arricchisce di un nuovo prezioso lascito, grazie alla collezione Chiara e Francesco Carraro. Da trent’anni sono appassionati collezionisti, secondo un’ottica che include nell’arte anche preziosi oggetti d’arredo, a cominciare dalla splendida collezione di vetri (firmati da Carlo Scarpa e Fulvio Bianconi ma anche da Archimede Seguso e Paolo Venini) insieme ai salotti che creano un’atmosfera di raffinata cordialità, dell’inizio del Novecento, e con nomi di grido come Eugenio Quarti e Carlo Bugatti. In questo modo vengono a far parte della collezione del museo oggetti che finora ne erano esclusi.


Accanto a queste opere, arriva nel museo una selezione di sculture e dipinti di grande livello: spicca, per dimensioni (380x915 cm), il «Polittico Garagnani», 1957, di Gino Severini con le sue linee dinamiche, restaurato per l’occasione insieme alle icone delle bottiglie di Morandi, a una composizione di Giorgio de Chirico («La notte di Pericle», 1926) e agli affascinanti e inquieti borghesi ritratti da Antonio Donghi. Un notturno romano di Gino De Dominicis («Io a Roma», 1986) conclude questo capitolo. La sezione della scultura annovera una versione in bronzo della donna accovacciata «La Pisana» (1928, fusione 1989) di Arturo Martini (oltre alla grande terracotta «Il bevitore», 1928) e alcune opere di Adolfo Wildt, tra cui una formella in marmo con una figura di donna che nutre nel suo ventre dei piccoli pargoli cristiani. Un segno di ottimismo in un autore presente a Ca’ Pesaro con sculture altrimenti virate al tragico.


L’acquisizione a lungo termine di questa collezione è anche l’occasione per ripensare da parte della direttrice della Fondazione, Gabriella Belli, e della responsabile del museo, Elisabetta Barisoni, l’intero percorso espositivo, arricchito anche da opere provenienti dai depositi. Da una parte s’intendono valorizzare i movimenti che proprio in questo palazzo hanno avuto origine: è il famoso episodio che negli anni tra il 1908 e il 1924 ha coinvolto «I Ribelli di Ca’ Pesaro», coi nomi di Umberto Boccioni, Arturo Martini, Gino Rossi. Dall’altra offrire spunti di arte contemporanea con opere di Calder, Kandinskij, Klee, Picasso e Matisse, insieme a quella che è considerata l’icona del museo, la «Giuditta» di Gustav Klimt, affiancata dai disegni di simbolisti come Ensor, Munch, Odilon Redon e Félicien Rops.

Lidia Panzeri, 03 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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