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I toscani hanno fatto la pace con viticoltori e cavatori

Stefano Miliani

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Cambia in parte rotta (ma non, assicurano dalla Regione Toscana, principi e criteri) il Piano paesaggistico tanto contestato dai grossi viticoltori (cfr. n. 347, nov. ’14, p. 10) e dai cavatori delle Apuane. Le modifiche però pesano. Nella cosiddetta «guerra del vino» i produttori del Chianti, del Brunello di Montalcino, di Bolgheri e di altre zone pregiate, insieme all’assessore all’Agricoltura Gianni Salvadori, sono riusciti a far accogliere all’assessore all’Ambiente Anna Marson il 90% di oltre 600 osservazioni. Chi canta vittoria è il presidente della Regione Enrico Rossi, Pd: candidato al secondo mandato, vuole a tutti i costi l’approvazione definitiva del Piano entro le imminenti elezioni regionali (a marzo o a maggio) e la pace tra i due assessori era indispensabile. Tra i tanti punti, il Piano prevedeva di limitare certi tipi di vigneti ritenuti potenzialmente pericolosi per l’assetto idrogeologico del terreno. Le correzioni hanno alleggerito i vincoli per impiantare nuovi vigneti o per ampliare i filari, e hanno abbassato i paletti per le zone sotto tutela ma ormai degradate. Ed è stato cancellato il blocco totale a cave oltre i 1.200 metri di altitudine e nei cosiddetti «circhi glaciali» delle Apuane: a luglio era un punto fermo, ora va messa in conto la contrarietà delle associazioni ambientaliste. Marson in pubblico ha parlato di un «testo migliorato grazie al confronto» e ha sostenuto che la Regione non ha ceduto sulla salvaguardia. Vero però è che i viticoltori possono rallegrarsi: i nuovi vigneti sono ammessi (ma non è vero che il piano li vietava del tutto) purché non sbanchino il terreno, non creino pendenze troppo elevate (erano elementi del contendere) né stravolgano il paesaggio. La nuova versione del testo vuole facilitare linguaggio e procedure burocratiche. Resta la tutela del territorio agricolo e quindi anche del paesaggio inteso come bene culturale oltre che produttivo, contro un’eccessiva urbanizzazione presente purtroppo anche in molte aree della decantata Toscana Felix. Rispetto al documento del luglio scorso cadono alcuni limiti per le serre. La Giunta regionale intanto ha detto sì al piano che ora deve passare al Consiglio regionale (ne discuterà a gennaio: si attende qualche modifica). Al centrodestra anche la nuova versione non piace.

Stefano Miliani, 07 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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