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I reperti del segretario di Cavour

Vittorio Bertello

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È arrivata alla sua terza edizione «Capolavori da collezioni italiane», la vendita d’eccellenza di inizio novembre della casa d’aste Pandolfini (quest’anno è fissata per il 9), con un catalogo di 27 lotti tra antichità archeologiche, arredi, dipinti, cimeli, oggetti d’arte, gioielli, orologi e arte orientale.

Tra i reperti (tre), tutti di provenienza dalla collezione Blanc (il barone Alberto Blanc, torinese, era il segretario di Camillo Cavour), una statua di Artemide di produzione neoattica della fine del I secolo a.C. ha una stima di 80-120mila euro, mentre un’anfora pseudopanatenaica a figure rosse, assegnata al pittore di Amykos (attivo tra il 430 e il 410 a.C.) è quotata tra 30 e 50mila euro.

Un olio su tela dipinto nel 1790 da Domenico Pellegrini, con il «Ritratto di Filippo e Costanza de Marinis come Amore e Psiche», già di proprietà dei marchesi de Marinis di Napoli e poi dei principi Sangro (ora consegnato da un collezionista privato) ha una valutazione di 60-80mila euro. Anche i collezionisti di pittura dell’Ottocento hanno un cavallo di battaglia: «Il guado», un olio su tavola di Antonio Fontanesi, con una nutrita serie di provenienze e un fitto curriculum espositivo. Stime: 130-160mila euro.

Nello stesso giorno a Palazzo Ramirez Montalvo si disperde anche un catalogo di 46 lotti di maioliche rinascimentali, con lotti di grande pregio, come una coppa urbinate realizzata dopo il 1536, che la scheda di catalogo attribuisce alla cerchia di Francesco Xanto Avelli e più precisamente al pittore «Lu Ur». La valutazione è compresa tra 90 e 120mila euro.

Ancora più in alto, a 120-180mila euro, salgono le stime per una coppa faentina datata tra il 1515-20, attribuita alla bottega di Casa Pirota.

Vittorio Bertello, 05 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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