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Suoni e orsetti di peluche in una personale al Bozar
- Luana De Micco
- 02 maggio 2018
- 00’minuti di lettura


Charlemagne Palestine, 2018 © photo Philippe de Gobert
I feticci di Carlomagno
Suoni e orsetti di peluche in una personale al Bozar
- Luana De Micco
- 02 maggio 2018
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliGli orsetti di peluche di Charlemagne Palestine «invadono» il Palais des Beaux-Art-Bozar. La mostra, dal titolo impronunciabile «Aa Sschmmettrroossppecctivve», si tiene dal 18 maggio al 26 agosto. L’artista di Brooklyn (dove è nato, nel 1947), performer e pioniere della musica minimalista, occupa la totalità dei locali delle Antichambres con un’installazione inedita e coloratissima. Lui stesso realizzerà una performance per l’inaugurazione della mostra, il 17 maggio.
La storia tra Charlemagne Palestine e il Palais des Beaux-Arts è iniziata più di quarant’anni fa. La sua prima performance qui risale al 1974. L’artista era stato invitato a Bruxelles da Hergé, il disegnatore papà di Tintin, e dall’allora direttore del museo, Karel Geirlandt, che lo avevano «scoperto» a New York. Quella performance è ancora considerata «storica».
Oggi Charlemagne Palestine, che nel frattempo si è trasferito nella capitale belga, dove vive ormai da una ventina d’anni, torna al Bozar col suo universo caotico e incantato che mescola sonorità elettroniche e colore. Il suo stile musicale è singolare per la presenza dei bordoni, ispirati al suono delle campane. Un ricordo d’infanzia, poiché all’età di quindici anni, l’artista in erba aveva cominciato col suonare il carillon della chiesa di Saint Thomas, proprio accanto al MoMA.
L’orsetto di peluche è il suo oggetto feticcio che diventa una vera e propria forma d’arte, ispirando altri artisti contemporanei, da Jeff Koons a Takashi Murakami. È il «Teddy Bear», il peluche icona inventato nel 1902 da Rose e Morris Michtom, una coppia di immigrati ebrei, proprio come la famiglia dell’artista (che era di origini ucraine e bielorusse). La sua prima scultura di orsi, «GodBear/BuddhaBear», alta 6 metri, è stata presentata in Europa nel 1987 a Documenta 8 di Kassel.

Charlemagne Palestine, 2018 © photo Philippe de Gobert