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Una sala dei depositi della Galleria Borghese

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Una sala dei depositi della Galleria Borghese

I depositi della Borghese si svelano al pubblico

Sono previste visite guidate gratuite per gruppi di max 15 persone, su prenotazione

Federico Castelli Gattinara

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Dopo le precedenti aperture temporanee, l’ultima a settembre 2018, il mese scorso con «Capolavori dai depositi: la Galleria Borghese racconta» hanno definitivamente riaperto al pubblico i depositi di uno dei più preziosi scrigni d’arte della città, con visite guidate gratuite per gruppi di max 15 persone, su prenotazione, ogni mercoledì e sabato alle ore 15.30.

Si tratta di una vera e propria seconda quadreria esposta al terzo piano, formata dai «cut off» della collezione a seguito della revisione strutturale e decorativa del tardo Settecento, allestita per scuole di pittura e aree tematiche, e completa di tutti gli apparati. Tornano così visibili circa 260 dipinti anche di grande valore, tra cui la grande «Minerva in atto di abbigliarsi» di Lavinia Fontana, che il cardinale Scipione Borghese acquistò direttamente dall’artista o dai suoi eredi, tele dei Carracci, Cavalier d’Arpino, Paul Bril, Elisabetta Sirani, il «Cristo flagellato» di Giovanni Baglione, la «Madonna con Bambino» di Scipione Pulzone, una «Venere» su fondo nero di Baldassarre Peruzzi, la «Madonna con Bambino» di Perin del Vaga, una copia di scuola romana della «Madonna di Casa d’Alba» di Raffaello della National Gallery di Washington, il «Cristo portacroce» già attribuito a Sebastiano del Piombo ma il cui recente restauro assegna a Giovanni De Vecchi, «Le tre età dell’uomo» del Sassoferrato.

A supporto della visita anche una piccola guida su dieci capolavori, stampata e online, e varie attività speciali rivolte a persone con disabilità e fragilità diverse. E proprio sul tema dei depositi si è tenuta il 15 marzo a Matera, capitale europea della cultura 2019, la giornata di studi internazionale «L’essenziale è invisibile agli occhi. Tra cura e potenzialità dei depositi museali», organizzata da Icom Italia in collaborazione con il Polo Museale della Basilicata, per sollecitare riflessioni, strategie e linee d’azione sulla gestione sostenibile dei «depositi attivi».

A proposito dell’inchiesta dell’«Huffington Post» ripresa, con tanto di fotografia dei bidoni dell’immondizia addossati all’edificio, da Dario Del Bufalo, la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva ci risponde: «Su un giornale come questo riprendere un attacco violento senza fare verifiche credo sia azzardato. Soprattutto se con la verifica si rivelasse la sua infondatezza e la strumentalità. Ma in fondo tutto bene perché le “circostanze della massima gravità istituzionale” nonché le “situazioni che mettono a repentaglio incolumità degli ambienti, delle opere, delle persone” alla fine si concretizzavano, come unica dimostrazione, in un foglietto accartocciato in un angolo. Per un museo con 2mila persone al giorno è una vera medaglia. Sarebbe meglio però che, se ci sono risentimenti personali, non venisse messo di mezzo il museo».

Una sala dei depositi della Galleria Borghese

Federico Castelli Gattinara, 15 aprile 2019 | © Riproduzione riservata

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I depositi della Borghese si svelano al pubblico | Federico Castelli Gattinara

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