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Nel cortile di via Manzoni 45 a Milano il 13 ottobre si apre, da Bottegantica, «La raccolta Ingegnoli. Storia di una passione d’arte a Milano», florilegio della raccolta formata tra fine ’800 e primi ’900 dall’imprenditore milanese Paolo Ingegnoli (1861-1935), che riunì opere di pregio, ora in musei o in altre importanti collezioni. Nella mostra, curata da Enzo Savoia, Stefano Bosi e Valerio Rossi con gli eredi Ingegnoli, figurano 15 di quei dipinti (tra gli altri di Boldini, Morbelli, Fornara, Signorini, Fattori, Favretto, Induno), corredati dell’intera storia di ognuno.
Sempre sul tema del collezionismo milanese, il 20 ottobre aprono, in contemporanea, da GamManzoni «I Macchiaioli. Capolavori da collezioni lombarde» (fino al 25 febbraio) e nelle Gallerie Maspes «Capitani di un esercito. Milano e i suoi collezionisti» (fino al 20 dicembre). Nella prima sfilano, presentate da Andrea Baboni, 35 opere di Fattori, Signorini, Lega, Abbati, Costa, Borrani e altri, portate a Milano da collezionisti di gusto e cultura; nella seconda (tributo anch’essa, in collaborazione con la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, al collezionismo milanese degli anni tra i due secoli, ideato da F.L. Maspes e curato da Elisabetta Staudacher) figurano una decina di dipinti di De Nittis, Fornara, Longoni, Mancini e altri, tutti passati per le raccolte di famosi professionisti, senatori, banchieri e industriali milanesi innamorati dell’arte italiana del loro tempo, da Luigi Della Torre a Mario Rossello a Giovanni Treccani degli Alfieri, da Alberto Clerici a Enrico Mascioni e, per il dopoguerra, Giacomo Jucker, che proseguì nella tradizione di famiglia.
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