Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliRoma. Il ciclo delle mostre di «Conversation piece» presso la Fondazione Memmo, ideate dal curatore Marcello Smarrelli come «conversazione» ideale tra artisti e tra le rispettive opere, giunge al sesto appuntamento con l’esposizione «La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci. Corinna Gosmaro, Philippe Rahm, Rolf Sachs», aperta dal 15 gennaio al 22 marzo. Il titolo è una citazione tratta dal saggio di Philip K. Dick del 1978-85, Come costruire un universo che non cada a pezzi dopo due giorni, in cui lo scrittore ascrive agli oggetti e alla realtà materiale delle cose una possibilità di salvezza dal caos del mondo.
Le più alte astrazioni, secondo Dick, affondano radici nella concretezza degli oggetti. I tre artisti riuniti in questa occasione offrono quindi tre accezioni distinte di un nuovo realismo esistenziale. Corinna Gosmaro (nata presso Cuneo nel 1987) dipinge a spray su grandi pannelli in poliestere nebulose stratificate e policrome. Philippe Rahm (svizzero di Losanna, nato nel 1967), architetto attualmente residente a Roma, realizza, accanto a studi sull’architettura sostenibile in tempo di cambiamenti climatici, installazioni ambientali a base di neon, d’assetto minimal.
Rolf Sachs, anch’esso svizzero (1955) e da poco stabilitosi a Roma, lavora come Rahm con il neon, e, ispirato da Beuys, col feltro, ma è mosso anche da una vena ironica di rilettura di oggetti domestici alla stregua di sculture, come grandi spazzole che assumono l’aspetto di pannelli monocromi.
Altri articoli dell'autore
La nuova direzione del museo romano si apre con una mappatura, «consapevolmente parziale», della scena artistica contemporanea della città e un focus su collettivi indipendenti e spazi autogestiti. Tra le novità una sala cinematografica di 100 posti
Esposta una selezione straordinaria di grandi maestri dell’arte europea del XIX e XX secolo: da Degas, Renoir e Van Gogh a Cézanne, Matisse, Picasso e Kandinsky
Nel Casino dei Principi riuniti 110 dipinti e disegni di uno dei grandi protagonisti dell’arte astratta italiana della seconda metà del ’900
Uno studio sociologico commissionata da ABI sul consumo culturale dei nati dal 1990 rivela tutti gli aspetti di un mondo in mutazione



