Gloria e declino del Canale Rideau

Iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2007, il Canale Rideau, canale artificiale del Canada che collega il Lago Ontario con il grande estuario del San Lorenzo, fu realizzato dal colonnello John By che in sei anni riuscì a ultimare un’opera ingegneristica molto complessa

La diga di Jones Falls
Francesco Bandarin  |  | Ottawa

Dopo la Guerra d’indipendenza americana (1775-83), il conflitto tra gli Stati Uniti e l’ex potenza coloniale, la Gran Bretagna, continuò in forme indirette con il sostegno americano alla Francia durante le guerre napoleoniche, e in forme dirette con scontri continui alla frontiera con il Canada, rimasto sotto dominio inglese. La costante tensione portò nel 1812 allo scoppio di un nuovo conflitto armato tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, motivato dal sostegno che quest’ultima continuava a portare alla tribù dei nativi americani che si opponevano alla colonizzazione dei territori settentrionali da parte degli americani.

La guerra, che durò tre anni, si svolse principalmente nella regione dei grandi laghi, con vittorie da parte sia inglese sia americana, e si concluse con un trattato firmato nella città fiamminga di Gand nel 1815, che confermò la situazione anteriore alla guerra. Durante il conflitto, gli americani riuscirono a minacciare seriamente il sistema di trasporti militari degli inglesi, centrato sull’asse del San Lorenzo, il fiume che connette la regione dei grandi laghi con l’Atlantico. Per questo motivo, finita la guerra, il comando militare inglese decise di costruire un canale artificiale per collegare il Lago Ontario con il grande estuario del San Lorenzo, e di dotarlo di opere di difesa in grado di assicurare la continuità dei rifornimenti tra Montreal e le zone interne, più esposte a eventuali nuovi attacchi degli americani.

Il percorso scelto per il canale utilizzava in parte il fiume Ottawa, in una zona dove si trova una doppia cascata, che ispirò il nome del canale, Rideau (tenda in francese). Dopo alcuni anni di prospezioni e indagini del terreno, nel 1826 l’incarico di realizzare il canale venne assegnato al colonnello John By del Corpo degli Ingegneri Reali. John By condusse le operazioni con energia e competenza, e in sei anni riuscì a ultimare un’opera ingegneristica molto complessa, considerate le difficoltà di accesso e l’imperversare di epidemie e della malaria che fecero molte vittime tra i lavoratori. Si stima che per la costruzione del canale vennero impiegati fino a 4mila lavoratori in ogni stagione.

In cinque anni furono realizzate ben 47 chiuse in 24 siti e ben 52 dighe, su un percorso di oltre 200 chilometri. John By optò per un sistema a flusso idraulico controllato («slackwater»), meno comune all’epoca rispetto a quelli a flusso continuo, per meglio governare il transito di imbarcazioni che, per l’epoca, avevano grandi dimensioni: in condizioni normali il canale può infatti gestire imbarcazioni fino a 27,4 metri di lunghezza e 7,9 di larghezza. Ciò richiese la creazione di grandi bacini d’acqua per alimentare il canale e permettere il funzionamento delle chiuse, visto che il transito medio in una chiusa fa uso di circa 1.300 metri cubi d’acqua. La diga più grande è quella di Jones Falls, la prima diga di pietra ad arco costruita in Nord America, con una larghezza di oltre 100 metri e un’altezza di oltre 30.
Le chiuse di Ottawa
Il sistema di chiuse più complesso è quello di Ottawa, una sequenza di 8 conche fluviali che consente un salto di oltre 24 metri, con strutture originarie ancora in funzione e continuamente mantenute, così come avviene per tutte le altre chiuse del sistema. La presenza di molti laghi lungo il percorso consentì di ridurre la parte artificiale del canale a circa il 10% del totale. Al punto di incontro tra il nuovo canale e il fiume San Lorenzo, John By costruì una nuova città, chiamata inizialmente Bytown, poi ribattezzata Ottawa, che nel 1857 fu scelta dalla Corona inglese come capitale del Dominion del Canada. La necessità di difendere il canale richiese la costruzione di strutture di fortificazione, le cosiddette «Blockhouses».
La chiusa di Manotick Hill
Un grande forte, Fort Henry venne innalzato nel 1830 all’imbocco del canale nel Lago Ontario, presso la città di Kingston, secondo un modello prussiano, progettato per resistere alle artiglierie più moderne. Oltre a queste fortificazioni, furono realizzate delle piccole strutture militari chiamate «Martello towers», piccole torri difensive rotonde, comuni in tutto l’Impero britannico nel XIX secolo, ispirate dalle fortezze genovesi (il nome viene dal sito di Mortella in Corsica). Il Canale Rideau, nonostante l’origine, non venne mai usato per scopi difensivi, ma diventò un’importantissima via di comunicazione commerciale nella prima metà del XIX secolo, e una via di penetrazione dell’immigrazione inglese diretta verso le regioni interne e occidentali del Canada.
Fort Henry
Divenne parte di un’estesa rete di canali navigabili costruiti nella prima metà dell’Ottocento nella regione dei grandi laghi, come il Canale Oswego e il Canale Erie che permettevano, attraverso il fiume Hudson, di raggiungere New York dal Lago Ontario, in diretta concorrenza con il Rideau. L’importanza del canale iniziò a decrescere con l’aumento della potenza dei battelli a vapore e la creazione, nel 1849, di una serie di conche sul San Lorenzo che consentivano di risalire facilmente il fiume con un percorso più diretto e veloce.
Martello Tower
Con la costruzione di una ferrovia che collegava Ottawa con Prescott lungo il fiume San Lorenzo nel 1854, l’importanza commerciale del canale si ridusse ulteriormente. Nel XX secolo il canale si trasformò in destinazione privilegiata per il tempo libero, soprattutto per la pesca e, in seguito, per la navigazione da diporto fluviale, con lo sviluppo lungo tutto il percorso di porticcioli e di case di vacanza. Nel 1925 il Canale Rideau è stato classificato dal Canada come sito storico di valore nazionale e nel 2007 è stato iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Nonostante i riconoscimenti, notevoli sono oggi le preoccupazioni per la conservazione del sito e del suo paesaggio storico, a causa del rapido sviluppo turistico dell’area e della riduzione degli investimenti pubblici per la conservazione delle sue delicate strutture.

(Francesco Bandarin è stato direttore del Centro del Patrimonio Mondiale, 2000-10, e vicedirettore generale dell’Unesco per la Cultura, 2010-18)

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