Il Guggenheim Musem presenta «Architecture Effects» (dal 5 dicembre al 28 aprile 2019): «Una mostra sull’architettura, l’arte e lo storytelling all’alba del XXI secolo che analizza l’era post-digitale e l’irruzione rivoluzionaria della tecnologia nel design e nella costruzione del Guggenheim Museum Bilbao a due decenni dalla sua inaugurazione», si legge in una nota.
Il museo dei Paesi Baschi fu inaugurato il 18 ottobre 1997 su progetto visionario dell’architetto canadese Frank Gehry (al quale si deve anche la sede della Fondation Vuitton del Bois de Boulogne, alle porte di Parigi). «Per l’uso innovativo della tecnologia digitale nella concezione e costruzione dell’edificio e nella diffusione della sua immagine, il Guggenheim Bilbao è al contempo risultato e icona delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione che si sono imposte alla sfera culturale del XXI secolo», scrive il museo.
Partendo da questi presupposti la mostra curata da Manuel Cirauqui del Guggenheim Bilbao e da Troy Conrad Therrien del Salomon R. Guggenheim Museum New York propone lavori di Frida Escobedo, Didier Faustino, Oliver Laric, Leong Leong, MOS Architects, MAIO, Nemesis e Jenna Sutela.
Apre il percorso un focus sul 1997, con documenti, foto e oggetti che ne analizzano il carattere di svolta per l’architettura mondiale. Al centro della mostra, infine, il giardino con tre progetti monumentali esposti per la prima volta: «L’autre» di Frida Escobedo, «Une tente sans signal» di MOS e «Caisson de flottaison 01» di Leong Leong.
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