Gli alti e i bassi del mercato del contemporaneo

Da Christie’s a Parigi svettano Boetti e Fontana: il primo segna il record personale a 5,6 milioni di euro, il secondo è top lot a 15,1. Segnali di rallentamento per artisti blue chip come Francis Bacon e Banksy, mentre a crescere sono ancora i giovani emergenti

Un particolare di «Concetto spaziale, Attese» di Lucio Fontana, aggiudicato per 1,8 milioni di sterline da Christie’s © Christie’s Images Limited
Alberto Fiz |

Basta che sia raro. Anzi rarissimo. Quando poi spunta l’errore la gioia è assoluta. La «Mappa» rosa di Alighiero Boetti aveva tutte le caratteristiche per fare strike e non a caso il motivo del successo sta proprio in quel colore anomalo frutto, secondo una narrazione piuttosto plausibile, di uno svarione da parte delle tessitrici afghane che non avendo mai visto il mare dal vero se l’erano immaginato avvolto da una luce misteriosa. Un caso simile al Gronchi rosa, tra i francobolli più ricercati proprio a causa di un errore di stampa. In quest’opera l’anomalia sta nella cromia.

Così, il 20 ottobre da Christie’s a Parigi, la «Mappa» di 130x230 cm ha raggiunto 5,6 milioni di euro, ben due milioni in più rispetto a quanto era avvenuto un anno prima quando un’altra «Mappa» persino più grande con fondo blu, era stata aggiudicata da Sotheby’s a Londra per poco più di 3 milioni di sterline. Per ora il rosa è in cima alla classifica. Tuttavia il record rischia di durare poco in quanto il 16 novembre una «Mappa» monumentale di sei metri potrebbe superare gli 8 milioni di dollari. Comunque vada, Boetti rimane l’artista italiano più richiesto sul mercato internazionale ed è proprio la componente geopolitica delle sue opere a renderlo così attuale in una fase drammatica e violenta come quella che stiamo vivendo.
«Mappa» (1979), di Alighiero Boetti, aggiudicata per 5,64 milioni di euro © Christie’s Images Limited
A Parigi l’artista torinese faceva coppia con Lucio Fontana che per merito di un «Concetto spaziale» di 200x200 cm a forma di spirale ha portato il martello del banditore a 15,1 milioni di euro, top lot dell’asta. L’ottima aggiudicazione viene motivata dal fatto che si tratta dell’opera più grande con i buchi su fondo argento creata da Fontana. Dunque ancora una volta è l’eccezione che rende il prezzo fibrillante e se Fontana ha realizzato con un lavoro circa il 50% del totale made in Italy durante l’incanto parigino di Christie’s (30,5 milioni di euro), troviamo un significativo confronto andando indietro di qualche giorno e osservando come il 13 ottobre da Christie’s a Londra un «Concetto spaziale. Attese» con quattro tagli su fondo bianco di 65x92 cm sia stato aggiudicato, senza alcun clamore, per 1,8 milioni di sterline, circa un milione in meno rispetto a quanto avrebbe potuto raggiungere sei anni fa.

E a dispetto dell’ipocrita affermazione che il mercato dell’arte avanza durante le crisi, va rilevato che il 14 ottobre da Phillips a Londra «Sacco e rosso» di Alberto Burri del 1956 ha fatto fermare il martello del banditore a 3 milioni di sterline, ai limiti della riserva, dunque un andamento incerto reso evidente anche dai 3,6 milioni di euro ottenuti da Christie’s a Parigi per un grande «Cretto» bianco proposto con una valutazione massima di 4,5 milioni di euro. Lo straordinario clamore per Burri del 2015, quando aveva trionfato al Guggenheim di New York, ora appare appannato. All’ombra della Tour Eiffel sono tornati al proprietario iniziale Fausto Melotti, Giulio Paolini e Piero Manzoni, mentre «La stanza dei disegni» di Mario Schifano, storica composizione del 1962, ha invece raggiunto il prezzo record di 1,3 milioni di euro.
«Three Studies for Portrait of Henrietta Moraes» (1963) di Francis Bacon, trittico venduto da Sotheby’s per 24,3 milioni di sterline © Sotheby’s
Un mercato sull’orlo di una crisi di nervi anche per le grandi star perché il 14 ottobre da Sotheby’s a Londra nella Evening Sale che ha fatturato 85,7 milioni di sterline, cioè il più alto giro d’affari della major durante la settimana di Frieze dal 2015, era difficile immaginare che il trittico di dipinti dedicato da Francis Bacon alla mitica modella Henrietta Moraes venisse aggiudicato a 24,3 milioni di sterline, una cifra questa giudicata inadeguata. Sembra di essere tornati all’inizio del decennio scorso quando, nel 2011, un altro trittico con caratteristiche molto simili, che aveva come soggetto Lucian Freud, venne battuto da Sotheby’s a Londra per 23 milioni di sterline.

Ma un settore che va a gonfie vele è quello dell’ipercontemporaneo degli artisti nati tra gli anni Ottanta e Novanta dove i record clamorosi si registrano a cadenza quotidiana, esattamente come avveniva sino a un anno fa con le criptovalute. Sebbene uno su mille ce la farà, il «New now» è la roulette più apprezzata dai collezionisti, soprattutto quando i nuovi rampolli arrivano da scuderie di rango come Hauser & Wirth, Gagosian, Pace, Matthew Marks o Victoria Miro. Da Sotheby’s a Londra il 14 ottobre sono bastate 18 opere per assicurarsi con «The Now Evening Auction» un introito di 11,4 milioni di sterline e una media stratosferica per ciascuna tela di 630mila sterline.
«Kye, Semper Solus» di Julien Nguyen, aggiudicato per 453mila sterline © Sotheby’s
A fronte di una maggioranza schiacciante di donne, si è ritagliato un posto al sole il trentaduenne americano Julien Nguyen, al suo debutto (o quasi) nelle vendite pubbliche, che con «Kye, Semper Solus», un ritratto accademico in cui mescola Raffaello e Modigliani, ha raggiunto 453mila sterline, superando di dieci volte le valutazioni. In evidenza anche Nina Chanel Abney, quarant’anni, che con «Anytime Anyplace», dove compare uno spaccato della sua Africa pop infantile e giocosa, ha totalizzato 378mila sterline. Se il neobarocco di Flora Yukhnovich si è distinto per 1,6 milioni di sterline, una vecchia conoscenza come Banksy sembra già sulla china discendente: il dittico di una delle sue icone più celebri «Girl with Balloon» ha cambiato proprietario per sole 882mila sterline rispetto a una stima di 1,2-1,8 milioni. Sintomo dell’incipiente declino di un’altra starlette?

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