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Federico Florian
Leggi i suoi articoliLondra. Descritti da Herman Hesse come «grandi uomini solitari» o da Antoine de Saint-Exupéry come «lente, durevoli forze che tendono a vincere il cielo», gli alberi hanno da sempre sedotto artisti e letterati. Specialmente oggigiorno, in un’epoca segnata dall’emergenza climatica e dalla programmatica distruzione di foreste in tutto il mondo.
In occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra, la Hayward Gallery di Londra presenta un ampio progetto espositivo («Among the Trees», dal 4 marzo al 17 maggio) che esplora il ruolo degli alberi nella cultura e nell’immaginazione collettiva. Sono 38 gli artisti in mostra, tutti viventi, i cui lavori abbracciano media diversi, da videoinstallazioni a fotografie, sculture e dipinti.
A partire da Robert Longo, autore di un enorme disegno a carboncino raffigurante un albero intricatissimo, e le cui infinite ramificazioni alludono alla complessità di una rete completamente artificiale, quella del World Wide Web. Di dimensioni altrettanto oversized, i lavori di Giuseppe Penone (un incombente tronco di sei metri scavato all’interno) ed Eija-Liisa Ahtila (un «videoritratto» di un abete finlandese che si estende per 16 metri di lunghezza), che drammatizzano l’aura sacrale spesso associata ai protagonisti del mondo arboreo.
Alberi, infine, come silenti testimoni della Storia: una fotografia di Steve McQueen, ad esempio, ritrae un albero solitario appena fuori New Orleans, un tempo usato come forca per il linciaggio di afro-americani. «La speranza è che i visitatori lascino la mostra con un rinnovato apprezzamento sia per la bellezza che per la complessità di questi indispensabili organismi viventi», afferma Ralph Rugoff, curatore della mostra. Parole che risuonano con i drammatici fatti recenti, reiterati a suon di tweet dagli hashtag #SaveAmazonia e #PrayforAustralia.
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