
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
La Fondazione apre il nuovo corso con la performance
- Redazione GdA
- 13 settembre 2017
- 00’minuti di lettura


Furla in azione
La Fondazione apre il nuovo corso con la performance
- Redazione GdA
- 13 settembre 2017
- 00’minuti di lettura

Redazione GdA
Leggi i suoi articoliDopo la parabola del Premio Furla, la cui decima e ultima edizione si è tenuta nell’autunno del 2015, l’omonima Fondazione nata a Bologna nel 2008 per volontà di Giovanna Furlanetto, titolare della nota casa di moda, inaugura il suo nuovo corso al Museo del Novecento: sede, quest’ultima, di «Time after Time, Space after Space», un programma di appuntamenti dedicati all’arte performativa a partire da questo mese fino al prossimo maggio.
Il progetto è a cura di Peep-Hole (alias Bruna Roccasalva e Vincenzo de Bellis), organizzazione non profit milanese. Il ciclo nasce da un confronto con l’opera di Lucio Fontana, del quale, nel 2018, cadrà il cinquantesimo anniversario della morte. Fontana è individuato come performer ante litteram, avendo attribuito al gesto un inconfondibile valore artistico.
Le performance di «Time after Time, Space after Space», non a caso, saranno illuminate dall’imponente neon che occupa il secondo piano del museo milanese concepito dall’artista per la IX Triennale di Milano nel 1951. Protagonista del primo appuntamento è l’ottantaduenne coreografa e artista italoamericana Simone Forti (21, 22 e 23 settembre), pioniera della danza postmoderna.
Nella Sala Fontana sono riproposte quattro performance storiche: «Huddle» e «Censor», entrambe del 1961 (la prima consiste in una pila di corpi umani stretti l’uno all’altro, che ciascun performer scala fino in cima, per poi tornare a farne parte), «Cloths» (1967) e «Sleepwalkers» (1968), quest’ultima eseguita per la prima volta dalla Forti nella Galleria L’Attico di Roma in risposta alle sue frequenti visite allo zoo della città. A seguire altri quattro appuntamenti, a cadenza bimestrale: Alexandra Bachzetsis a novembre, Adelita Husni-Bey a gennaio, Paulina Olowska a marzo e Christian Marclay ad aprile.