L’area archeologica di Largo di Torre Argentina a Roma, dove si svolse la congiura che uccise Giulio Cesare

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L’area archeologica di Largo di Torre Argentina a Roma, dove si svolse la congiura che uccise Giulio Cesare

Focus sulle Idi di Marzo

Un saggio di Marisa Ranieri Panetta ripercorre la trama della celebre congiura per uccidere Cesare

Federico Castelli Gattinara

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Si chiama «Cronache di giorni memorabili» la nuova collana di storia della Bolis Edizioni, piccola ma vivace casa editrice con alle spalle quasi due secoli di vita. Una collana (diretta dal bizantinista Paolo Cesaretti) tutta dedicata ai giorni speciali, quelli che nelle peripezie dell’umanità hanno svolto un ruolo cardine e stabilito un ante quem e un post quem: il 25 marzo 1301, data d’inizio del fantastico viaggio nell’oltretomba di Dante Alighieri; il 15 luglio 1827, quando il francese Nicéphore Niépce scatta la prima foto della storia; il 15 marzo 44 a.C., con Giulio Cesare all’apice del potere pugnalato a morte nella Curia del teatro di Pompeo, terzo titolo fresco di stampa.

A ritessere la trama della celebre congiura che portò alla morte dell’appena proclamato «dittatore a vita» è l’archeologa e giornalista Marisa Ranieri Panetta, già autrice di saggi e biografie su Roma antica, ideatrice e curatrice di mostre. Giulio Cesare fu un grande generale e un abile politico romano, ricoprì le cariche di console, dittatore e pontefice massimo, oltre a essere un valente oratore e scrittore, riformista attento ai bisogni del popolo e urbanista d’avanguardia.

Il focus però non si lascia troppo distrarre dalla data fatale, le Idi di marzo del 44 a.C., partendo dalle origini della congiura, ritessendo nel dettaglio e con meticolosità nei riferimenti alle fonti la situazione politica e i principali protagonisti, terminando con la fama di Cesare nei secoli.

Come sempre Marisa Ranieri Panetta riesce a rendere scorrevole e allo stesso tempo puntuale la ricostruzione degli avvenimenti. Sono tutti lì nel proscenio: Cassio Longino, i fratelli Casca, Tillio Cimbro, Marco e Decimo Bruto, per uccidere il «tiranno» e salvare la repubblica, a costo di tradire la sua fiducia, la sua amicizia spesso tradotta in favori e cariche, il suo perdono per i trascorsi «pompeiani» di molti.

Poi ci sono Cicerone, altro ex pompeiano, e Marco Antonio, le mogli e le amanti, l’amata Servilia e la passione per Cleopatra, regina d’Egitto. Fino al «redde rationem» a Filippi, tra Bruto e Cassio da una parte, Antonio e Ottaviano dall’altra. Poche pennellate a chiudere con il mito di Cesare, da Carlo Magno a Dante e Petrarca, dai Trionfi del Mantegna al Principe di Machiavelli, e giù lungo i secoli fino a Bertolt Brecht, al cinema e alle serie tv.

Giulio Cesare. Indagine sulle Idi di Marzo,
di Marisa Ranieri Panetta, 160 pp., ill. b/n, Bolis Edizioni, Azzano San Paolo (Bg) 2021, € 22

L’area archeologica di Largo di Torre Argentina a Roma, dove si svolse la congiura che uccise Giulio Cesare

Federico Castelli Gattinara, 05 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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