Michela Moro
Leggi i suoi articoliSembrava un azzardo lontanissimo nel tempo, invece la scelta di Christie’s Italia di spostare l’unica asta italiana da aprile a novembre ha eliminato gli inevitabili tentennamenti, e come stabilito il 4 e 5 novembre Palazzo Clerici ospiterà Thinking Italian Milan. «Lo spostamento di date ci ha consentito di accogliere nuove opere, dice Mariolina Bassetti, chairman, International Director. Questa vendita è descrittiva di quel che è successo in Italia nel XX secolo. Sono rappresentate tutte le correnti italiane al meglio e in una forma dialogica. È cultura che circola e non solo commercio».
Andrà all’incanto «Veduta interrotta» (1965) di Mario Schifano con una stima di 80-120mila euro. «Proviene da una collezione romano-milanese, aggiunge la Bassetti. È un paesaggio anemico al contempo poetico e aggressivo, con tocchi di rosso. L’opera di Carla Accardi invece è un “Cellotex” trasparente e nero con un gran movimento, stimato 70-100mila euro. Abbiamo un Licini notturno, forse la sua ultima opera di grandi dimensioni, e un Rotella molto bello, un po’ lavorato ma non ancora pop, del 1959, del momento in cui gli artisti europei ricercano una nuova forma artistica. 12 piccoli quadri di Gastone Novelli compongono come in un puzzle un grande disegno ludico e provengono dalla Marlboro Gallery di Roma, e il Dorazio “Mira II” è un reticolo di grande equilibrio, valutato 100-150mila euro».
Ma il cuore di Mariolina Bassetti è con Alighiero Boetti: «Proponiamo un monocromo con la scritta Celant, arrivato prima della scomparsa del grande critico. È un lavoro del ’67 che riempie il cuore di dolore e di tenerezza». Top lot della vendita è un arazzo sempre di Boetti, «Senza titolo (Uno nove sette otto)» del 1978 (350-500mila), importante perché uno dei primi realizzati in Afghanistan (dal 1983 la produzione si sposterà in Pakistan a causa della guerra). Ha un’identità specifica, le lettere che lo compongono sono grandi e i quadrati sono colori e ripetizioni indicati dall’artista, nere le O, gialle le T, verdi le M e così via, dettagli che nel tempo furono poi lasciati alle scelte delle donne che li tessevano.
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