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Fahrenheit 2052

Che cosa salvereste dell’arte moderna e contemporanea?

Nell’anno 2052 l’arte viene minacciata di abolizione e rischia di scomparire totalmente. Una sessantina di opere d’arte datate a partire da un secolo prima circa possono essere momentaneamente salvate in un museo transnazionale. È questo l’assunto di partenza della mostra «Un musée imaginé. Trois collections eropéennes» aperta sino al 27 marzo al Centre Pompidou.

L’idea è venuta ai cinque curatori Hélène Guenin del Mamac di Nizza, Alexandra Müller del Centre Pompidou-Metz, Francesco Manacorda e Darren Pih per la Tate Liverpool e Peter Gorschlüter del Mmk, Museum für Moderne Kunst di Francoforte. Ispirata al Ray Bradbury di Fahrenheit 451, la mostra riunisce prestiti da tre importanti istituzioni europee di arte contemporanea per formare un museo costituito da opere che dovranno essere immagazzinate nella memoria dei visitatori prima di scomparire per sempre.

Che cosa scegliere? Registrazioni audio, fotografie, pittogrammi e performance aiutano il pubblico a memorizzare, ad esempio, Morandi, Duchamp, Manzoni, Fontana, Boetti, Mario Merz, Flavin, Walter De Maria, Broodthaers, Kosuth, Haacke, On Kawara, Durham, Félix González-Torres, Louise Bourgeois o Isa Genzken. Fino al gran finale, quando negli ultimi giorni della mostra le opere spariranno davvero, sostituite da persone-opere che dovranno fare appello alla propria memoria per raccontare l’arte nelle stanze del museo ormai vuote. Per farsi un’idea del risultato basta seguire #ImaginedMuseum sui social media YouTube, Instagram e Twitter.

Anna Costantini, 05 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

Fahrenheit 2052 | Anna Costantini

Fahrenheit 2052 | Anna Costantini