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Facture ha schedato oltre 675mila artisti in pochi clic

Pensato per gli studiosi, la nuova piattaforma di ricerca combina una mole di dati online e offline e una tecnologia di riconoscimento delle immagini

Michela Moro

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Gli studiosi e gli appassionati d’arte hanno a disposizione uno strumento ancora poco noto benché molto utile per le proprie ricerche online. È Facture (https://facture.art), un’innovativa piattaforma che raccoglie, seleziona e rielabora dati provenienti da svariate fonti, sia online sia offline, dai cataloghi ragionati ai prezzi in asta, fornendo informazioni preziose per lo studio e la comparazione delle opere d’arte.

I numeri sono consistenti: il database comprende oltre 675mila artisti che coprono tutti i periodi storici, dalle sculture greche del V secolo a.C. fino all’arte contemporanea; 13 milioni di risultati da 100mila case d’asta che risalgono fino a cinquant’anni fa; più di 35mila collezioni d’arte private e pubbliche e 2 milioni di opere d’arte provenienti da musei internazionali.

È uno sterminato oceano di sapere nel quale ci si può tuffare semplicemente immettendo l’immagine che interessa: grazie all’utilizzo di un’avanzata tecnologia di riconoscimento delle immagini, Facture è in grado in pochi clic di fornire per ogni artista tutte le possibili informazioni, attingendo a cataloghi ragionati, aste, musei, collezioni private e fonti online, le cinque aree in cui il database è strutturato. Gli aggiornamenti sono costanti, mediante l’accesso quotidiano ai dati delle aste, agli aggregatori di musei o alle piattaforme delle gallerie. Inoltre, è stata creata l’opportunità di migliorare la precisione di una specifica voce nei cataloghi ragionati, consentendo agli studiosi di inviare al database commenti in proposito.

La sezione dei cataloghi ragionati è molto interessante, aggiornata al 2022: parte da Alberto Burri passando per Emil Nolde, Félix González-Torres, Georges Braque, Jackson Pollock, Markus Lüpertz, Pablo Picasso, e si conclude 15 pagine dopo con Willem de Kooning, Yoshitomo Nara e Zao Wou-Ki. Non solo, sono accessibili online rarissimi volumi digitalizzati, che sarebbe impossibile consultare di persona o acquistare, come: The Prints of Josef Albers. Catalogo ragionato, 1915-1976 di Brenda Danilowitz, Hudson Hills Press, New York 2010; Burri: catalogo generale di Bruno Corà, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Petruzzi, Città di Castello 2015; The Complete Works of Marcel Duchamp di Arturo Schwarz, Delano Greenridge, New York 1997.

Facture è stato fondato nel 2016 da Christian Huhnt con l’intenzione di rivoluzionare la ricerca artistica, offrendo una visione a 360 gradi: «Trovare un modo per trasportare le informazioni dei cataloghi ragionati e la loro distribuzione, fruizione ed evoluzione nel regno digitale del XXI secolo è stato un passo logico e necessario per la crescita di questo settore. Dopo decenni di discussione su come e quali dati dell’arte debbano venire raccolti, e l’ossessione per i database delle vendite all’asta, è venuto il tempo di rendere disponibili online le informazioni sempre aggiornate sugli artisti più visibili al mondo, su un’unica piattaforma».

In effetti se si prova a fare qualche ricerca immettendo, per esempio, un nome meno internazionale di altri come Mario Radice, le pagine web scorrono dal 1932 al 1982, e le aste risalgono fino al 1972; Lucio Fontana ha una sequenza quasi infinita di riferimenti e si stanno colmando anche le lacune che esistono intorno agli artisti di colore e delle minoranze delle ultime generazioni. Il servizio di Facture è gratuito per gli studiosi, per il pubblico l’abbonamento è di 59 euro al mese.

Michela Moro, 13 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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