Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliI due pittori affiancati a Palazzo Bentivoglio
«Nessuno, nel nostro secolo, ha scritto Giovanni Testori nel 1976, è riuscito come Varlin a esprimere il cuore, il sangue, le ossa, le palpebre, le artriti e i calli della vita... nessuno come lui, è stato dalla parte di chi non ha potere alcuno, dalla parte del barbone assoluto, legatissimo e insieme liberissimo clochard».
Lo scrittore lombardo scoprì tra i primi il pittore Varlin, pseudonimo dello svizzero Willy Leopold Guggenheim (Zurigo, 1900 - Bondo, 1977), coetaneo di Antonio Ligabue e come lui «affamato» di verità da trasferire sulla tela. Non a caso la mostra dedicata al primo dei due autori, «Varlin. Dipingere la vita» (catalogo Skira) è ospitata, fino al 10 luglio, a Palazzo Bentivoglio nel nuovo Museo Ligabue diretto da Sandro Parmiggiani e allestito da Mario Botta. La rassegna, realizzata in collaborazione con l’Archivio Varlin di Bondo (Svizzera), presenta 40 opere (33 dipinti e 7 disegni e tecniche miste su carta, provenienti da collezioni private svizzere e italiane) che ripercorrono il percorso creativo dell’artista tra il 1940 e il 1973, affiancati idealmente appunto ai sessanta lavori di Ligabue.
In questo modo meglio si comprende la produzione di entrambi gli artisti, legati non solo dal luogo di nascita, ma, seppure con percorsi molto differenti, attenti a riprodurre quel che accade intorno a loro. Varlin lo disse in più occasioni: «Nella mia pittura cerco sempre l’umano», intendendo in particolare il mondo dei meno abbienti e degli sfortunati, reso attraverso colori stesi a pasta densa con una gestualità rapida, creando spazi deformati alternati a zone di vuoto che avvicinano l’artista alle esperienze espressioniste. Lo si nota soprattutto nei ritratti esposti in questa occasione: «Heini Gantembein» (1953), «Livia» (1955), il «Ritratto di Hans Theler» (1963), il «Ritratto del prof. Corbetta» (1973), «Len» (1973), «Ritratto di Giovanni Testori» (1971-72) ed «Ecce homo (autoritratto)» (1967).
La Fondazione Museo Antonio Ligabue propone fino al 31 agosto al Palazzo dei Normanni di Palermo una rassegna dello stesso Ligabue in collaborazione con la Fondazione Federico II Regione Sicilia, mentre a Gualtieri, dal 23 luglio al 13 novembre, sarà la volta dell’antologica «Bruno Rovesti (Gualtieri 1907-87). Pittore contadino celebre».
Altri articoli dell'autore
A Palazzo da Mosto progetti, disegni, appunti, corrispondenze e fotografie illustrano la nascita della città contemporanea
Il 30 novembre a Palazzo del Governatore un incontro di studi sul ruolo delle esposizioni d'arte tra eredità del passato celebra i due anni della riapertura della Civica Pinacoteca. Il riconoscimento che porta il nome del grande studioso britannico scomparso nel 2011 è assegnato quest’anno all’autore di un saggio incentrato sul rapporto artistico tra il letterato ferrarese Girolamo Porti e il Guercino
Dalle teste di Bernardino Licinio ai marmi di Bartolini, la mostra da Maurizio Nobile Fine Art racconta come ogni artista, ritraendo l’altro, finisca per rivelare qualcosa di sé stesso
Dopo l’allarme crollo del 2023, le tempistiche e i vincoli imposti dal finanziamento europeo non sono stati ritenuti compatibili con le attività necessarie per la messa in sicurezza del monumento medievale. I fondi sono già stati redistribuiti tra altri beni del territorio



