Dietro il nano Morgante un universo di simboli

Il ritratto del nano Morgante, capolavoro di Bronzino, attrae l’interesse dei visitatori agli Uffizi nella sala dedicata al pittore fiorentino, inchiodandoli di fronte a un'opera che con i mezzi della pittura sfida la scultura, secondo un duello che nel tardo Cinquecento fiorentino ebbe importanti momenti di riflessione teorica e di pratica estetica.
Sefy Hendler dipana autorevolmente i molti simboli, spesso oscuri, che albergano la tela, in cui il «mostro grazioso e bello», come recita l’epitaffio ordito dal Lasca, reca in braccio uno strige, ossia una civetta, con cui si praticava la caccia.
Nel colloquio tra questa icona manierista, e i due fastosi ritratti dei coniugi Panciatichi, vicini alla famiglia Medici, si presenta lo spaccato di un momento dinamico di comunicazione nelle arti, in cui i pittori scrivono poesia (come Bronzino) e gli artisti si cimentano con le icone. Le avventure del
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