«Nani che cucinano la polenta», di Enrico Albrici. Collezione privata

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«Nani che cucinano la polenta», di Enrico Albrici. Collezione privata

Derby di antichi tra Bergamo e Brescia

A Palazzo Martinengo da importanti collezioni pubbliche e private 80 opere dei maestri che, tra Cinque e Settecento, operarono nelle due città

Unite nel progetto Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, le due città si confrontano nella mostra «Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo», attraverso la loro più alta tradizione pittorica dal Rinascimento al Barocco, in quello che il curatore Davide Dotti definisce calcisticamente «un derby».

Dal 21 gennaio all’11 giugno, nelle sale di Palazzo Martinengo sfilano 80 opere d’importanti collezioni pubbliche e private dei maestri che, tra il ’500 e il ’700, operarono nelle due città, entrambe parte, allora, dei possedimenti della Serenissima. I maestri bresciani del Rinascimento (Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo, Gambara) da un lato, dall’altro i bergamaschi (Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali, Lotto, lui veneziano di nascita ma per 12 anni attivo a Bergamo), provano come la lingua pittorica lombarda, illuminata in queste terre dai bagliori dell’arte veneziana (di Bellini e Tiziano, ma non solo), si sia sviluppata qui con accenti specialissimi.

Con un momento di forte tangenza quando, negli anni ’40 del ’500, Moroni si trovava a Brescia nella bottega del Moretto e da lui assorbiva il gusto per un sentito naturalismo. Gli artisti delle due città si confrontavano anche nella ritrattistica, cui sono dedicate alcune sale, dove figura ancora Moroni, con Ceresa e Fra Galgario per Bergamo, e Bellotti, Cifrondi e Ceruti («il Pitocchetto») per Brescia, non meno che nella natura morta (rispettivamente con Baschenis e Bettera, Rasio e Duranti) e nella pittura di genere, con Bocchi e Albrici, e nei paesaggi e gli interni rustici di Roncelli e Botti.

Salendo al piano superiore, ci si avvicina al nostro tempo con le figure del papa bergamasco Giovanni XXIII e del bresciano Paolo VI, nei loro rapporti con gli artisti del ’900, ma si esplorano anche la musica e le tradizioni gastronomiche, tra ’500 e ’900, nonché i segni lasciati sulle due città, nei primi decenni del ’900, dal grande architetto Marcello Piacentini.

«Nani che cucinano la polenta», di Enrico Albrici. Collezione privata

Ada Masoero, 19 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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Derby di antichi tra Bergamo e Brescia | Ada Masoero

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