Bergamo e Brescia società di capitale

Un ricco programma della Capitale italiana della Cultura, titolo quest’anno condiviso tra le due città lombarde: grandi restauri, festival, eventi e mostre

«Due pitocchi» (1730-34 ca) di Giacomo Ceruti
Ada Masoero |

Per l’appuntamento che le vede unite nel ruolo di Capitale italiana della Cultura 2023, le città di Bergamo e Brescia hanno dato vita a numerosi restauri, a un gran numero di eventi e di mostre.

Il 2023 a Bergamo
L’Accademia Carrara di Bergamo, diretta da Maria Cristina Rodeschini, riapre completamente rinnovata con la prima mostra in assoluto dedicata al «misterioso» pittore Cecco del Caravaggio, allievo, modello (e, forse, qualcosa di più) di Caravaggio, curata da Gianni Papi e M.C. Rodeschini. Il 23 giugno, in contemporanea con l’inaugurazione dei nuovi giardini («I Giardini di PwC»), si aprirà qui «Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie» (fino al 23 settembre), mostra a cura di Filippo Maggia e M.C. Rodeschini, in cui le fotografie dell’artista giapponese si confrontano con dipinti dell’800 d’identico tema, mentre dal 28 settembre al 14 gennaio 2024 andrà in scena «Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma», a cura di Fernando Mazzocca, che nel suo percorso ha intrecciato letteratura, musica e capolavori di Francesco Hayez, Domenico Induno, Giovanni Boldini e altri protagonisti dell’800.

Molto intenso il programma della GAMeC, diretta da Lorenzo Giusti, che dal 3 febbraio al 28 maggio presenta «Salto nel vuoto. Arte al di là della materia» (a cura del direttore e di Domenico Quaranta), terzo e ultimo appuntamento del ciclo «La Trilogia della Materia», dedicato al tema della smaterializzazione, dalle Avanguardie storiche ad oggi. Dal 23 giugno al 29 ottobre GAMeC presenta poi, in Palazzo della Ragione, «Rachel Whiteread... and the animals were sold», a cura di Sara Fumagalli e Lorenzo Giusti, con 30 nuovi lavori dell’artista britannica (1963) in relazione con l’antistante piazza Vecchia. E dal 23 giugno al 24 settembre l’artista svizzero-argentina Vivian Suter esporrà alla GAMeC quasi 200 suoi dipinti in «Home», sua prima mostra pubblica in Italia, curata da Giusti.
«R.U.? (self-portrait)» (2022) di Ruth Beraha alla GAMeC («La Collezione Impermanente #3»). Foto: Antonio Maniscalco
Stesse date di «Home» per «La Collezione Impermanente #4» (a cura di Sara Fumagalli, Valentina Gervasoni e Fabrizia Previtali), ciclo di rassegne in cui si rileggono le collezioni civiche, ora secondo i suggerimenti raccolti dal pubblico. Da luglio a dicembre si affrontano poi i temi di fragilità e inclusione con la live installation di Chiara Bersani «Deserters (Disertori)», dove tre attori con disabilità motorie interagiscono in un ambiente scultoreo. E da ottobre a gennaio 2024 si aggiunge la rassegna «Solar City», a cura di Anna Daneri e Carlo Antonelli, in cui, nel decennale della Fondazione Meru-Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, Tomás Saraceno (Argentina, 1973) rende omaggio al fisico e matematico Giovanni Francia (1911-80), pioniere dell’energia solare.
Un fotogramma dall’opera «The Dam» (2022) di Ali Cherri
Infine, Ali Cherri (Beirut, 1976), Leone d’Argento 2022 alla Biennale di Venezia, presenterà, sempre da ottobre, una nuova videoinstallazione prodotta da Fondazione In Between Art Film, mentre tra novembre e dicembre i Masbedo cureranno regia e allestimento de «Il diluvio universale» di Gaetano Donizetti per il festival Donizetti Opera.

Il 2023 a Brescia
Non meno brillante il programma di Brescia, che con Fondazione Brescia Musei (presidente Francesca Bazoli, direttore Stefano Karadjov) inaugura il Corridoio Unesco, tra il Capitolium e il Museo di Santa Giulia, con i suoi duemila anni di storia immersi nella natura e, dopo un decennio di chiusura, il 29 gennaio riapre, nel Castello, il Museo delle Armi, totalmente ripensato e ribattezzato Museo del Risorgimento-Leonessa d’Italia.

Quanto alle mostre, realizzate con il comitato scientifico (Gabriella Belli, Guido Beltramini, Nicola Berlucchi, Emanuela Daffra, Alberto Garlandini, Paola Marini, Claudio Salsi e Valerio Terraroli) e con il partner Skira, l’esordio si pone sotto il segno di Ceruti, protagonista di più mostre. Il debutto, dal 14 febbraio al 28 maggio, è nel Museo di Santa Giulia con «Miseria & Nobiltà. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento», a cura di Roberta D’Adda, Francesco Frangi e Alessandro Morandotti: una mostra ricca di prestiti eccezionali, prodotta con il Getty Center (dove si sposterà dal 18 luglio), che libera la figura del Ceruti dalla (sola) etichetta di «Pitocchetto» e radica la sua «pittura della realtà» lombarda in un orizzonte internazionale. Stessa sede e stesse date per «Immaginario Ceruti. Le stampe nella bottega del pittore», a cura di Francesco Ceretti e Roberta D’Adda, sul tema delle sue fonti.

Nella Pinacoteca Tosio Martinengo, dal 14 febbraio al 10 novembre, torna invece il Ceruti pauperista, visto però attraverso gli occhi di David LaChapelle, nella mostra «LaChapelle per Ceruti», a cura di Denis Curti. Fotografia anche nel Museo di Santa Giulia, dove dal 24 marzo al 25 giugno, per il sesto Brescia Photo Festival, va in scena «Luce della Montagna», in cui Filippo Maggia confronta immagini delle vette di tre maestri del ’900 (Vittorio Sella, Martín Chambi, Ansel Adams) e del contemporaneo Axel Hütte. Di lì a poco, dall’1 aprile al 6 novembre, nel nuovo Museo del Risorgimento nel Castello, antico e contemporaneo s’intrecciano nella mostra «I nodi dei giardini del paradiso. Tappeti della Collezione Zaleski», che espone un nucleo di antichi capolavori tessili della Fondazione Tassara, con la curatela dell’artista Letizia Cariello e di Giovanni Valagussa.

Negli spazi verdi circostanti sono allestite le sculture di Davide Rivalta, mentre in Palazzo Tosio-Ateneo di Brescia, dal 4 aprile al 26 novembre, l’obiettivo si sposta sull’artista bresciano Luigi Basiletti, qui anche nella sua veste di archeologo e di promotore della campagna di scavi da cui nel 1826 emerse la «Vittoria Alata», con la mostra «Luigi Basiletti e l’Antico», allestita nelle sale da lui decorate e appena restaurate. Fabrizio Plessi è il protagonista dell’estate in «Brixia. Parco Archeologico» e nel Museo di Santa Giulia, con la spettacolare mostra «Brixia sposa Plessi» (dal 9 giugno al 7 gennaio), curata da Ilaria Bignotti, ma sempre in Santa Giulia, dal 14 luglio al 29 ottobre va in scena anche «Cinema Mattotti», mostra a cura di Melania Gazzotti dedicata al famoso illustratore bresciano, sotto il cui segno, in autunno, si terrà anche la prima edizione del Festival del cinema d’animazione nel Cinema Nuovo Eden.

L’autunno, ancora in Santa Giulia, porterà alla ribalta il grande Rinascimento locale con «BresciaCinquecento. Lo spirito della città» (dal 29 settembre al 7 gennaio), dove Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati accostano, in un progetto della Pinacoteca Tosio Martinengo, capolavori di Savoldo, Romanino, Moretto ed esempi di arti decorative. E ancora in Santa Giulia, per il (rinnovato) Festival della Pace, dal 10 novembre al 28 gennaio si terrà la mostra «Arte e Diritti» con Associazione Genesi. Nel Museo Diocesano (diretto da Mauro Salvatore), dal 12 gennaio al 25 giugno, per Focus inclusività, si tiene la personale dello scultore non vedente Felice Tagliaferri e, dall’11 marzo al 21 maggio, va in scena la mostra «Ceruti sacro e la pittura a Brescia tra Ricci e Tiepolo», curata da Angelo Loda, che per la prima volta affronta, facendovi ordine, le rare e poco note opere sacre di Ceruti, poste a confronto con quelle di altri maestri coevi attivi nel territorio.

© Riproduzione riservata «Manifesto del Festival di Cannes 2000» di Lorenzo Mattotti
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