Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Veduta dell'allestimento della mostra «The artist is present», di Maurizio Cattelan, tenutasi a Shanghai nel 2018

Image

Veduta dell'allestimento della mostra «The artist is present», di Maurizio Cattelan, tenutasi a Shanghai nel 2018

Dallo stand alla boutique

Le gallerie vanno in vetrina in attesa delle fiere

Franco Fanelli

Leggi i suoi articoli

Lo dice Massimo Minini; lo ribadisce Eduardo Secci: si può vivere di fiere, ma anche senza. A non farle si risparmia quasi un milione di euro all’anno, e poi ci sono altri modi per raggiungere i collezionisti (magari nel cuore del mercato, a Milano). Ovviamente le fiere torneranno, ma il messaggio è chiaro: i galleristi vogliono essere trattati per quello che sono, cioè clienti, quindi benissimo, dai prezzi degli stand all’organizzazione.

Nel frattempo, l’arte contemporanea si mette in vetrina. Magari non nelle vetrine delle periferie dove il Covid-19 ha massacrato bar, pizzerie, ristoranti e abbigliamento esattamente come ha fatto in centro.

Il rischio di fare incazzare ulteriormente gli esercenti da quelle parti potrebbe avere conseguenze sgradevoli. Così l’arte contemporanea cala la maschera.
Il suo posto, nel Monopoli della ripartenza, è in via della Spiga, mica nei quartieri dove l’epidemia ha moltiplicato le vie della sfiga.

Veduta dell'allestimento della mostra «The artist is present», di Maurizio Cattelan, tenutasi a Shanghai nel 2018

Franco Fanelli, 16 giugno 2021 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Era lanciatissima negli anni Novanta, poi è stata oscurata dalle star Tracey Emin e Damien Hirst. Da qualche tempo, però, complici la scoperta delle donne surrealiste e il dibattito sull’appartenenza sessuale, la dissacrante artista inglese è tornata di moda

Le opere dell’artista inglese alla Fondation Louis Vuitton di Parigi mettono (quasi) tutti d’accordo: dalle celebri piscine californiane ai paesaggi dello Yorkshire, è salutato come l’ultimo grande maestro, portatore di emozioni positive ed empatia in un mondo in guerra

Siamo nell’era della presa di coscienza di un’arte completamente «biennalizzata» in cui, è opinione assai diffusa, la parte politica e diplomatica prevale su quella artistica

Il più giovane del nucleo storico dell’Arte Povera da oltre mezzo secolo interroga la natura per scoprire il fluido vitale dell’esistenza. E sebbene ogni tanto incappi nella ridondanza e nella grandeur, la sua opera dimostra «che arte e realtà si forgiano insieme e si appartengono sin dal principio, come lingua e pensiero viventi»

Dallo stand alla boutique | Franco Fanelli

Dallo stand alla boutique | Franco Fanelli