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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliCarmelo Bene all’Accademia e al teatro a L’Aquila, Fabio Mauri, il gruppo Aura che realizzò una grande ed effimera rosa sulla neve nel 1976… «Oppure nel 1975 Sandro Visca che, insieme a studenti e amici, trasportò un gigantesco cuore rosso in polistirolo fino al Gran Sasso con un’azione artistica e politica per contrastare il progetto di una strada».
Ricordano questi episodi tra i tanti Ivan D’Alberto e Sibilla Panerai parlando del loro libro Corpo estraneo/straniero. Storia delle arti performative in Abruzzo. Attingendo ai ricordi di chi c’era e ai giornali locali, ad archivi e cataloghi, hanno sapientemente ricostruito un fenomeno che dai tardi anni Sessanta fino agli anni Ottanta ha visto passare Kounellis, De Dominicis, Pistoletto, Zorio e tanti altri.
«Come ribadiscono diverse pubblicazioni sulla tradizione pagano-religiosa, ricordano gli autori, il nostro territorio ha conservato una forte ritualità a cui, in qualche modo, si avvicinano le performance con il loro coinvolgimento fisico ed emotivo». Panerai e D’Alberto ricostruiscono una storia ricca di azioni significative:
«L’Abruzzo è stato teatro di forti sperimentazioni: pensiamo a Joseph Beuys che, grazie ai baroni Durini, tornò più volte con le sue azioni per la natura, produsse vino, fece “arature biologiche”». E oggi intravedono un risveglio: «Questo progetto editoriale, nato dal nostro lavoro di curatori sia del centro sulla performing art “Cappa” sia del festival itinerante anche fuori regione “Corpo”, ci pare il sintomo di nuovi fermenti».
Corpo estraneo/straniero. Storia delle arti performative in Abruzzo, di Ivan D’Alberto e Sibilla Panerai
230 pp., ill.
Verdone editore, Castelli (Teramo) 2015
€ 20,00
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