
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Varcare i limiti da Boetti a Kentridge
- Laura Lombardi
- 05 luglio 2017
- 00’minuti di lettura


Confini sconfinati
Varcare i limiti da Boetti a Kentridge
- Laura Lombardi
- 05 luglio 2017
- 00’minuti di lettura

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSi ispira a «Il passo sospeso della cicogna», celebre film del regista greco Theo Angelopoulos, una parte del titolo della mostra a cura di Alessandro Romanini «Il passo sospeso. Esplorazioni del limite», che fino al 3 settembre si tiene alla Fondazione Ragghianti (diretta da Paolo Bolpagni) e in altri spazi della città. Se il passo sospeso rimanda a quell’atto che si compie nel varcare una soglia, un confine materiale o immateriale, con le connesse inquietudini proprie di chi lascia un terreno certo per un altro ignoto, il tema del limite è anche riferito alla situazione politica internazionale, caratterizzata da flussi migratori: un fenomeno la cui vastità è recepita e tradotta in opere da molti artisti contemporanei.
Questa mostra alla Ragghianti oltre a indagare il tema in senso antropologico e filosofico, fa anche un preciso riferimento alla realtà di Lucca, città racchiusa entro una celebre cinta muraria, ma al tempo stesso divenuta, proprio grazie all’esser ben difesa architettonicamente, «internazionale», per le relazioni che seppe creare oltre quei confini.
Le opere esposte sono state scelte tra quelle di maestri storici, tra i quali Jannis Kounellis e Alighiero Boetti, e di protagonisti degli ultimi decenni, da Anish Kapoor a Santiago Sierra, fino alle nuove generazioni con, tra gli altri, Rossella Biscotti.
Si va dunque da un Lucio Fontana del 1957, opera conservata nel museo ma meno nota (sebbene inserita nel catalogo generale) che rappresenta la fase liminare, appunto, dell’attività dell’artista, quando i buchi cominciano a estendersi per divenire taglio, per passare poi alla grande tappezzeria di William Kentridge tratta dalle «Porter series» e intitolata «Expédition de Jeune Cyrus et retraite des dix milles (with Wrought Iron)», fino ad arrivare a lavori quali «Cruzar un muro» di Enrique Ramírez (artista presente all’ultima Biennale di Venezia), film ispirato all’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, o a «Una bomba dipartita» di Michelangelo Consani, incentrato sul controllo della geometria dello spazio, evocato da partite a scacchi tra celebri personaggi: l’audio è emesso da una cassa Marshall (con riferimento allo stratega americano).