Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Concives alla bolognese

Stefano Luppi

Leggi i suoi articoli

Negli ultimi secoli del periodo tardoantico Bologna vede l’arrivo dei Longobardi che nel 727 d.C. strappano la città ai Bizantini; dal X secolo il territorio si anima con il posizionamento negli spazi dell’attuale San Pietro della cattedrale, nel 1088 nasce l’Università e nel 1116 l’imperatore Enrico V concede a Bologna alcuni privilegi che permettono la nascita del Comune. Parte da quest’ultima data la rassegna «Bologna 1116. Dalla Rocca imperiale alla città del Comune», curata da Giancarlo Benevolo e Massimo Medica al Museo Civico Medievale e visibile fino al 17 luglio, con la quale si fa il punto sugli esordi di nove secoli fa delle istituzioni politiche e culturali bolognesi.

Il percorso dell’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di Bologna e il Comitato per Bologna storica e artistica, è suddiviso in sezioni tematiche e presenta numerosi documenti e opere. Alcuni oggetti tra sculture, riccioli di pastorale, una mitria, un frammento di tessuto e alcune pagine miniate evocano gli anni della lotta per le investiture tra il Papato e il Sacro Romano Impero: presenti rare testimonianze documentarie dell’XI secolo, un’immagine di Matilde di Canossa, signora della città, e due plastici che ricostruiscono l’assetto della Rocca imperiale, distrutta dai Bolognesi nel 1115 alla morte della contessa. Dopo la ribellione arriva l’autonomia, con Enrico V che fece concessioni («concives») alla città di cui si ha memoria attraverso un Diploma del 15 maggio 1116: questo documento è la base della legittimazione dell’autogoverno bolognese.

La mostra si conclude con il testo relativo alla liberazione dei servi, il Liber Paradisus del 1257 e alcune raffigurazioni trecentesche dei dottori dell’Alma Mater (nella foto, «Acquamanile», 1230-40, del Maestro dell’Acquamanile Palagi).

Stefano Luppi, 12 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

A Palazzo Fava si ripercorrono i due soggiorni dell’artista in città: «Per lungo tempo considerato un episodio marginale, il caso bolognese si rivela un momento significativo nel processo di formazione e maturazione del suo linguaggio»

Nella città della Ghirlandina, promossa anche da un flusso turistico in aumento, fervono i cantieri per trasformare edifici storici in sedi culturali: in testa la sconfinata Fondazione Ago, ex ospedale del ’700 i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2029. Quel che sembra mancare, però, è una «classe dirigente culturale», in grado di fornire coerenza e consistenza scientifica alle proposte, in rapporto anche all’importante tradizione modenese

 

Dopo aver guidato l’istituzione per oltre vent'anni e aver coordinato il sito Unesco «Cattedrale, Ghirlandina e Piazza Grande» verrà sostituita da un dirigente regionale 

Il fotografo milanese si racconta in occasione di una mostra in corso a Modena: «Ho un po’ di ossessioni, temi che mi trascino dai tempi della scuola: Prima e Seconda guerra mondiale, scritte, macchie sui muri, case con forme particolari, costumi e persone, come suore, preti, carabinieri, clown, giocolieri. M’interessa anche chi inciampa, ex voto, diari e pure chi si macchia con il sugo»

Concives alla bolognese | Stefano Luppi

Concives alla bolognese | Stefano Luppi