«Ricostruzione della balena», 1966, di Pino Pascali

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«Ricostruzione della balena», 1966, di Pino Pascali

Con Pascali la Puglia a Venezia

Una grande mostra, tanti incontri e un corpus inedito di 160 fotografie originali della Fondazione di Polignano

C’è un po’ di Puglia anche a Venezia. La mostra «Pino Pascali - Dall’Immagine alla Forma», allestita nel Palazzo Cavanis della città lagunare fino al 24 novembre, evento collaterale della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, è un importante tributo a uno dei più noti protagonisti della Pop Art italiana, nato a Bari nel 1935 da genitori originari di Polignano a Mare e diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove frequentò le lezioni di Toti Scialoja e dove si spense prematuramente nel 1968 ad appena 32 anni in seguito a un incidente in moto, che insieme all’arte era la sua grande passione.

Data l’ampiezza del programma che accompagna la mostra veneziana, con un’estesa carrellata delle istituzioni regionali di arte e cultura, Palazzo Cavanis può essere considerato il Padiglione della Puglia a Venezia. Nel suo insieme il percorso espositivo costituisce una lettura inedita dell’arte di Pino Pascali ed è il frutto di un attento studio della sua produzione avvenuto in seguito alla recente scoperta di un corpus di oltre 160 fotografie scattate e stampate nel 1964-65.

L’opportunità di analizzare il rapporto dell’artista con il mezzo fotografico è implementato dall’acquisizione del Fondo Fotografico e del Fondo del Video Pubblicitario operata dalla Fondazione Pino Pascali. I curatori della mostra (Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara con la direzione artistica di Rosalba Branà) hanno così potuto accostare l’indagine fotografica a quella scultorea e filmica, elaborando spunti originali che hanno messo in luce il processo creativo dell’artista, il suo assiduo ricorso a bozze grafiche e alla fotografia per indagare la realtà e fissare appunti visivi.

L’ampio percorso scandito in otto sezioni tematiche rivela per la prima volta le tappe della processo creativo dietro ogni opera, attraverso il confronto tra i disegni del taccuino dell’artista, gli appunti fotografici e alcune tra le opere più rilevanti come «Attrezzi agricoli» (1968), «Contropelo» (1968), «La ricostruzione della balena» (1966) e «9 mq di pozzanghere» (1967), «Botole ovvero Lavori in corso», anch’essa del 1968, è esposta per la prima volta dopo il restauro finanziato dalla Fondazione Pino Pascali, molto impegnata nella conservazione e valorizzazione delle opere dell’artista.

Le otto sezioni della mostra sono: «Cose d’acqua», «Il porto, le barche, il mare», «Geometrie e moduli», «Finte sculture», «Ritorno alla terra», «Giochi d’infanzia», «Il teatro e la maschera» e la sezione speciale «Metodo pascaliano», interamente dedicata al lavoro pubblicitario e scenografico svolto per la Rai. La rassegna è stata ideata e presentata dalla Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare con la collaborazione di partner istituzionali, Regione Puglia e Comune di Polignano a Mare, main partner, Puglia Promozione, Apulia Film Commission e Teatro Pubblico Pugliese.

Il programma di eventi e manifestazioni è stato invece realizzato insieme a istituzioni culturali con cui la Fondazione condivide percorsi e intenti. Tra queste, la Fondazione Carnevale di Putignano, il Polo Biblio Museale di Brindisi e Lecce, l’Associazione Presìdi del libro, la Fondazione Paolo Grassi - Festival della Valle d’Itria, la Fondazione Di Vagno e l’Accademia di Belle Arti di Puglia.

Da segnalare il convegno del 19 settembre dedicato al tema «Restaurare l’arte contemporanea» (con un focus su Pascali) realizzato in collaborazione con La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Polo Museale della Puglia. La mostra è corredata da un catalogo con testi dei curatori, Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara, e di Rosalba Branà, Valérie Da Costa, Francesco Stocchi e Marco Tonelli.

«Ricostruzione della balena», 1966, di Pino Pascali

Mariella Rossi, 14 agosto 2019 | © Riproduzione riservata

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