Come accedere a splendide miniere di immagini

I cataloghi dei fotografi in un volume della Fondazione Zeri

La macchina fotografica degli Alinari sul palco montato nella Cappella Sistina nel 1904
Arabella Cifani |

Nel corso degli ultimi tre decenni gli studi di storia dell’arte hanno subito una rivoluzione epocale grazie all’avvento delle fototeche digitali che hanno permesso per la prima volta a studiosi, esperti e studenti di accedere ad uno sterminato patrimonio di immagini. Il percorso di questa rivoluzione ha radici lontane, parte infatti dalle prime grandi campagne fotografiche artistiche del secondo Ottocento organizzate da inglesi, americani e tedeschi, soprattutto in Italia, che costituiscono oggi un imprescindibile «fermo tempo» di situazioni e luoghi spesso non più esistenti.

A queste si affiancano già in epoca ottocentesca cataloghi e foto di studi fotografici, specializzati nell’ambito della documentazione del patrimonio storico artistico e architettonico. Fioriscono, poi, soprattutto dall’inizio Novecento, cataloghi per vendite d’asta o comunque atti ad accompagnare la discesa sul mercato
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