Il Musée des Beaux-Arts dedica una mostra a Claudio, quarto imperatore romano della dinastia giulio-claudia (dal 41 al 54 d.C.), il primo a non essere nato in Italia, ma a Lugdunum, l’antica Lione.
Tiberio Claudio Druso (10 a.C.-54 d.C.) era figlio di Druso maggiore e Antonia minore ma non era destinato a regnare, probabilmente a causa di un’infermità fisica che lo tenne lontano dalla vita pubblica fino all’età adulta. Fu invece lui, unico discendente maschio adulto della dinastia, che si ritrovò alla testa dell’impero romano alla morte di Caligola.
La mostra «Claudio, un imperatore dal destino singolare», dal primo dicembre al 4 marzo, ripercorre in 150 opere la vita e il regno di questo imperatore, riscrivendone il ritratto anche alla luce delle ultime interpretazioni storiche. Claudio è stato infatti spesso descritto come debole e influenzabile. Gli storici concordano ormai sul fatto che fosse colto e che fu abile ad amministrare l’impero con riforme efficaci.
Tra le opere più significative che sono allestite è la «Tabula claudiana», scoperta a Lione nel 1528, su cui è inciso un lungo passaggio del discorso che Claudio tenne al Senato nel 48 d.C. e in cui concedeva la cittadinanza alla Gallia Comata, di cui Lugdunum era il capoluogo. Dal Kunsthistorisches Museum di Vienna arriva un cameo in calcedonio decorato di fili d’oro e argento che rappresenta Claudio con lo scettro. Del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto è la «Tabula Hebana», mentre del Louvre è la statua di Claudio rappresentato «nella nudità dell’eroe», del 40 d.C. circa, rinvenuta nel sito archeologico di Gabi.
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