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Uno storico monastero ortodosso colpito vicino Donetsk

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Uno storico monastero ortodosso colpito vicino Donetsk

Chiese ucraine devastate: si lavora per la ricostruzione

Con il proseguire delle ostilità, la conservazione delle decine di chiese danneggiate si sta rivelando impossibile. Ma gruppi di tutela del patrimonio, sacerdoti e volontari sono impegnati a documentare la distruzione, in vista dei futuri progetti di restauro e riedificazione

Sophia Kishkovsky

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Secondo nuovi dati, sono le chiese i siti più colpiti del patrimonio culturale del Paese distrutto dalla guerra. Ma molti sacerdoti e leader religiosi stanno lavorando insieme (superando divisioni ideologiche e appartenenze storiche e confessionali) per documentare i danni causati ai luoghi di culto, almeno a quelli più antichi e preziosi dell'Ucraina.

Al 24 giugno, i siti religiosi rappresentano 144 dei 396 luoghi classificati come danneggiati dalla guerra nella «lista dei crimini culturali» compilata dal Governo ucraino, che i funzionari stanno continuamente aggiornando nella speranza di perseguire un giorno i crimini di guerra perpetrati dagli invasori russi. In un discorso pubblico, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso omaggio ai cittadini sufficientemente coraggiosi da lasciare le loro case e riunirsi nelle chiese: «Le funzioni religiose sono costrette a tenersi nei seminterrati».

Kateryna Goncharova, specialista del patrimonio ucraino del World Monuments Fund (Wmf), afferma che circa «due chiese sono state danneggiate ogni giorno» nel primo periodo della guerra, dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio. Goncharova osserva come «le immagini scioccanti delle chiese di legno in fiamme nelle regioni di Donetsk, Kyiv e Cernihiv» siano diventate metafore visive e ormai virali dell'impatto della guerra sul popolo ucraino, soprattutto dopo che il presidente Zelensky ha postato i filmati degli incendi sul suo profilo Telegram.

Il 4 giugno sono circolate immagini drammatiche dell'Eremo di Ognissanti del monastero di Sviatohirsk Lavra, nella regione di Donetsk, avvolto dalle fiamme. La chiesa in legno a più cupole è stata costruita all'inizio degli anni Duemila nello stile dell’architettura ecclesiastica russa del XVI secolo, sul precedente sito di un eremo (entrambi gli edifici originali furono distrutti in epoca sovietica).

La sera stessa, il presidente Zelensky ha dichiarato in video che i bombardamenti russi erano responsabili dell'incendio. «Questa è una delle tre "lavre" (insediamenti monastici di ridotte dimensioni caratteristico del Cristianesimo orientale, Ndr) dell'Ucraina», ha detto Zelensky nel suo discorso. «È la lavra della Chiesa ortodossa ucraina, che a Mosca è ancora considerata legata alla Chiesa ortodossa russa. Ma anche questo non ferma l'esercito russo», ha detto.

L'arciprete Georgiy Taraban, sacerdote ortodosso ucraino della regione di Sumy che confina con la Russia, ci ha raccontato degli sforzi a volte frenetici che i sacerdoti e le altre figure religiose del Paese stanno compiendo per proteggere i preziosi luoghi di culto dagli attacchi russi e per documentare le distruzioni già compiute.

«È difficile dire cosa accadrà in futuro», ha scritto Taraban in un'email del 15 giugno. «Mentre i bombardamenti aumentano, molte persone si affrettano a trovare riparo. Sappiamo che potrebbero esserci nuovi bombardamenti e che tutto dovrà essere restaurato o ricostruito. Questo vale anche per le chiese». La Diocesi di Sumy ha compilato un dossier con fotografie e descrizioni, danni inviati dai sacerdoti.

Divisioni ecclesiastiche
Documentare le distruzioni non è sempre facile, a causa delle relazioni tese tra le diverse Chiese ortodosse in Ucraina, alcune delle quali hanno legami storici con la gerarchia ortodossa russa, complicando il processo di raccolta delle informazioni. Oleksandr Tkachenko, ministro ucraino per la Cultura e l’Informazione, ha comunque dichiarato a giugno che il Governo avrebbe aiutato a restaurare tutte le chiese ucraine, comprese quelle appartenenti alla Chiesa ortodossa ucraina, legata a Mosca.

La questione se le chiese siano attivamente prese di mira è complicata da resoconti contrastanti e informazioni controverse. Il sindaco di Sviatohirsk, Volodymyr Bandura, ad esempio, ha incolpato l'esercito ucraino, piuttosto che le forze russe di invasione, per l'attacco all'Eremo di Ognissanti. Il Governo ucraino, a sua volta, lo ha accusato di tradimento. Ma questo non ha scoraggiato l'impegno internazionale per aiutare a proteggere il patrimonio religioso dell'Ucraina.

A giugno, Taiwan, che vive sotto la costante minaccia della Cina continentale, ha donato 1,2 milioni di dollari alla Chiesa ortodossa ucraina per i lavori di ricostruzione. Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha annunciato la donazione in una conferenza con il leader della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Epifanio: «Ora più che mai gli ucraini hanno bisogno del conforto e della forza della religione», ha detto Wu.

Anche le donazioni private stanno arrivando in soccorso. Una sovvenzione di 500mila dollari della Helen Frankenthaler Foundation sarà impiegata per verificare l'entità e la causa dei danni ai siti religiosi, ma sono necessari ulteriori fondi per un «progetto di conservazione urgente», afferma Kateryna Goncharova del World Monuments Fund, istituzione che è un riferimento assoluto nell'applicazione dei principi di restauro della Carta di Venezia.

Parlando con noi da Cerkasy, nell'Ucraina centrale, dove la sua famiglia è rifugiata, Goncharova afferma: «Per ora nessuno conosce il numero esatto di siti religiosi colpiti dalla guerra». Alcuni dei siti elencati nel database dei crimini culturali del Governo, dice Goncharova, «sono nelle immediate vicinanze del campo di battaglia, nei territori occupati» e quindi attualmente inaccessibili agli specialisti del patrimonio storico. Ma, in ultima analisi, le informazioni raccolte con l'aiuto delle agenzie internazionali permetteranno di sviluppare «una strategia di recupero e ricostruzione per quando la situazione sarà più stabile e sicura».

Si stanno adottando diverse misure immediate per prevenire i danni o tutelare i siti religiosi a rischio, afferma Goncharova. «In una serie di chiese storiche in legno (conosciute come "tserkvas") il Wmf ha fornito estintori speciali ad acqua nebulizzata, compatibili le pitture storiche e le iconostasi storiche in legno, con istruzioni in ucraino per guidarne l'utilizzo da parte degli operatori locali. Nella chiesa lignea della Santissima Trinità di Zhovkva, ad esempio, stiamo lavorando per proteggere la fragile struttura fino a quando non potremo avviare un progetto di restauro».

Nell'ambito del progetto «Backup Ukraine» si stanno realizzando scansioni 3D del patrimonio architettonico dell'Ucraina, comprese le sue chiese. Il progetto è stato ideato da Tao Legene Thomsen, un dirigente di marketing danese. Tra i partner del progetto figurano l'Unesco, la rete di conservazione del patrimonio culturale Blue Shield Denmark, l'app di scansione 3D Polycam e Skeiron, un'organizzzione per il patrimonio culturale con sede a L'viv impegnata nel rilievo dei monumenti.

Thomsen definisce «Backup Ukraine» un «progetto frutto della passione» e un «obbligo morale». Al momento è impegnato nella ricerca di immagini e filmati del Monastero di Svjatohirs'k, girati prima dell'incendio, per realizzare una scansione del sito. «Backup Ukraine» lavora con volontari come Maxim Kamynin, un giovane architetto di Kiev «che è riuscito a produrre una buona scansione con un semplice telefono» della chiesa dell'Assunzione della Vergine Pirogoshcha a Kyiv e sperimenterà anche le riprese con il drone.

«Le chiese sono uno dei beni storici più importanti dell'Ucraina», ci spiega Kamynin. «Alcuni edifici hanno più di mille anni; un patrimonio incredibile che dobbiamo preservare e trasmettere alle generazioni future. Perché è questo che costituisce la storia comune dell'Ucraina».

Sophia Kishkovsky, 15 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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