Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Un'immagine ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto (dall’alto a sinistra calcio, ferro, rame, manganese, oro, piombo, mercurio e stagno)

Image

Un'immagine ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto (dall’alto a sinistra calcio, ferro, rame, manganese, oro, piombo, mercurio e stagno)

Che cosa non sapevamo della Fornarina

Gli esiti di indagini di scansione macro della fluorescenza dei raggi X sul dipinto di Raffaello

Arianna Antoniutti

Leggi i suoi articoli

Il 21 settembre si tiene, organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte antica, una giornata di studi dedicata alla «Fornarina» di Raffaello nel corso della quale saranno presentati i risultati della campagna di indagini condotte, in Palazzo Barberini nel gennaio scorso, sul ritratto muliebre realizzato intorno al 1520.

Sotto gli occhi dei visitatori la tavola è stata sottoposta a indagini di scansione macro della fluorescenza dei raggi X (Ma-XRF), analisi che fornisce immagini ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto, offrendo informazioni sulla natura dei pigmenti, sulle tecniche pittoriche e sullo stato di conservazione.

Nei mesi seguenti, mentre l’opera era esposta alle Scuderie del Quirinale nella mostra «Raffaello 1520-1483», i dati acquisiti sono stati analizzati da Alessandro Cosma, curatore delle Gallerie Nazionali, e da Chiara Merucci, responsabile del laboratorio di restauro del museo che ci ha anticipato alcuni dei risultati: «La macro XRF ha chiaramente mostrato la complessità del paesaggio che a occhio nudo è solo minimamente percepibile in quello appare quasi come uno sfondo indistinto.

Una vegetazione ricca di specie dimostra la sapienza e l’attenzione di Raffaello verso la natura. Altrettanto significativa è l’elaborazione dell’incarnato, con raffinati tocchi a base di cinabro, e soprattutto del turbante, dove sono compresenti diversi pigmenti in sovrapposizione
e giustapposizione. L’iscrizione sul braccio è tracciata con oro a conferma della preziosità della pittura
».

Un'immagine ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto (dall’alto a sinistra calcio, ferro, rame, manganese, oro, piombo, mercurio e stagno)

Arianna Antoniutti, 20 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

È stata grande l’emozione del team che ha scoperto a Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, nella necropoli di Caiolo, all’interno dell’area archeologica di San Giuliano, una tomba etrusca inviolata

Presentato il decennale restauro dell’ultima delle Stanze raffaellesche in Vaticano, le cui quattro celebri scene parietali vennero portate a compimento, dopo la morte del Maestro, dalla bottega guidata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni. Con il soffitto, affrescato nel tardo ’500 da Tommaso Laureti, la Sala è un eccezionale palinsesto della pittura a Roma nel XVI secolo

Cinquanta candidati per la direzione di Colosseo, Museo Nazionale Romano, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Gallerie dell’Accademia e Musei del Bargello di Firenze, Musei Reali di Torino 

 

 

Alessandro Giuli l’aveva promesso e la riduzione dell’imposta per le opere d’arte è finalmente arrivata: «È la notizia che aspettavamo da anni, la incorniciamo sotto la definizione di missione compiuta»

Che cosa non sapevamo della Fornarina | Arianna Antoniutti

Che cosa non sapevamo della Fornarina | Arianna Antoniutti