Casamonti collezionista, atto secondo

A Palazzo Bartolini Salimbeni è la volta del secondo ’900, dell’Arte povera, del Nouveau Réalisme, di Schifano e Kapoor

A sinistra, Roberto Casamonti. A destra, la facciata del palazzo Bartolini Salimbeni. Foto: Neri Casamonti
Laura Lombardi |  | Firenze

Aprendo nel marzo 2018 la sua collezione al pubblico al piano nobile del rinascimentale Palazzo Bartolini Salimbeni di Baccio d’Agnolo, in piazza Santa Trinita, con la curatela affidata a Bruno Corà, Roberto Casamonti aveva annunciato che la presentazione dell’ingente mole di opere messe insieme con passione nell’arco di circa quarant’anni si sarebbe svolta in due atti. La collezione, diretta da Sonia Zampini, raccoglie infatti lavori di artisti dalla fine dell’Ottocento fino al contemporaneo, con una selezione dettata da un gusto molto personale che, se ha condotto Casamonti a «intercettare» grandi figure del panorama artistico internazionale, non è stato per questo legato alle logiche del mercato.

Il collezionista si è lasciato infatti guidare dalla passione, dal feeling che provava per quelle espressioni artistiche, tanto da poter parlare, per la nuova parte esposta dal 26 maggio, di un
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