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Michela Moro
Leggi i suoi articoli«La storia è un oggetto da collezione anche quando è vicina a noi», dice Giulio Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi dal 2012 e quarta generazione alla guida dell’azienda fondata a Torino nel 1890, «Molti dei nostri collezionisti non sono più collezionisti “verticali”, dediti cioè a una ricerca specifica, ma “trasversali”: se sono interessati a un contesto ne abbracciano tutti gli aspetti, dagli arredi alla fotografia». È questa la ragione che ha spinto Bolaffi a proporre un’asta autunnale di pittura, grafica, scultura, fotografia d’autore e arti decorative, con opere assemblate in maniera diversa rispetto ai canoni più tradizionali che verranno battute a Torino l’8 novembre come «Arti del Novecento», titolo anche del nuovo dipartimento.
Qual è stato il modus operandi per questa nuova sezione? «Ci siamo affidati come sempre ai nostri esperti, molto attenti alla selezione estetica di artisti che hanno lasciato il segno quali de Chirico, Guttuso, Boccasile e Seneca, sotto la responsabilità di Cristiano Collari», spiega Bolaffi. «È stata una scelta democratica: ci sono anche Schifano e Mondino, e poi Cappiello, grande cartellonista, senza dimenticare le ceramiche di Pablo Picasso e gli scatti di Gabriele Basilico e Luigi Ghirri. Il tutto compone un affresco articolato del nostro passato prossimo, racconta l’evoluzione storica del Novecento e valorizza i protagonisti del XX secolo».
Tornando ai collezionisti, non teme confusione? «Sicuramente no. Questo diventa un appuntamento autunnale, mentre in primavera si continua con le aste specializzate tra l’altro in fotografia, design e antiquariato. C’è un nuovo collezionismo che è forse meno specializzato ma con ampie disponibilità economiche e di tempo, appassionati disposti a imparare ma che devono essere ancora guidati, e il nostro brand rimane per tutti una garanzia».
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