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L’Irawwaddy a Bagan

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L’Irawwaddy a Bagan

Bagan in Myanmar nel XIII secolo aveva oltre 10mila templi

Il sito è un immenso paesaggio culturale sacro, realizzato nel corso di oltre quattro secoli nella città che fu la capitale del Regno di Bagan (849-1287 d.C.), una delle più importanti formazioni statali dell’antico Sud-est asiatico

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Francesco Bandarin

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Il sito di Bagan è un immenso paesaggio culturale sacro, realizzato nel corso di oltre quattro secoli nella città che fu la capitale del Regno di Bagan (849-1287 d.C.), una delle più importanti formazioni statali dell’antico Sud-est asiatico. Bagan venne fondata attorno al II secolo d.C. e faceva parte del gruppo delle città-stato fondate dai Puy, una popolazione di origine tibetano-birmana del Nord del Paese, che aveva occupato le fertili valli centrali della Birmania. Il sistema delle città-stato Puy ebbe una lunga vita, dominando l’intera regione fino alle ripetute invasioni, nel IX secolo, da parte del potente Regno del Nanzhao, basato nell’attuale provincia dello Yunnan in Cina.

Per difendersi, i birmani, sotto la guida del re Pyinbya (817-876 d.C.), costruirono nel 849 d.C. una potente roccaforte a Bagan, alla confluenza di due grandi fiumi, l’Irrawaddy e il Chindwin, imponendo il dominio del nuovo Regno di Bagan su tutta la regione. Nel 1057 re Anawrahta (1014-1077) trasformò Bagan in un centro religioso e culturale del Buddhismo Theravada (la più antica scuola buddista, discendente direttamente dall’insegnamento di Siddharta Gautama, il Buddha), inviando anche dei missionari in Sri Lanka per convertire quel paese al Buddhismo. Durante il periodo di massimo splendore, tra l’XI e il XIII secolo, vennero costruiti a Bagan oltre 10mila templi, mille pagode e 3mila monasteri, in un’area di oltre 100 chilometri quadrati.

Bagan divenne uno dei luoghi sacri più importanti per il Buddhismo e l’Induismo in tutto il continente asiatico e un grande centro cosmopolita per gli studi religiosi e scientifici, con una forte specializzazione negli studi delle lingue, dell’astrologia, dell’alchimia, della medicina e del diritto, attirando studenti dall’India, dallo Sri Lanka, dal Regno Khmer e da tutte le regioni vicine. Al suo apogeo, la città aveva più di 50mila abitanti, che nei periodi di pellegrinaggio potevano arrivare anche a 200mila. La cultura di Bagan era dominata dalla religione, in linea con la tradizione delle città Puy dove, grazie al patrocinio reale, prevaleva il Buddhismo Theravada.
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A Bagan si sviluppò però anche la scuola del Buddhismo Mahayana, detta del «Grande Veicolo» che conduce gli esseri verso la liberazione spirituale, oltre al Buddhismo Vajrayan o Tantrico, a numerose scuole induiste (Saivita, Vaishana) e anche a tradizioni animiste locali. La compresenza di queste diverse scuole religiose spiega la grande varietà delle architetture di Bagan, dove si incontrano accanto ai templi buddisti quelli induisti, oltre a stupa, pagode e santuari di diverse espressioni religiose.

Il Regno di Bagan crollò nel XIII secolo, a seguito delle invasioni dei Mongoli che avevano conquistato la Cina, con la fondazione da parte di Kublai Khan (1215-1294) della dinastia Yuan (1279-1368). Pur indebolita, Bagan rimase fino almeno al XV secolo un importante centro di pellegrinaggio e di studi religiosi. Tuttavia, solo alcuni dei grandi templi poterono essere mantenuti in funzione e questo portò gradualmente alla scomparsa della maggior parte delle strutture realizzate nei secoli precedenti.

I templi principali, come lo splendido Shwezigon, completamente dorato, costruito dal re Anawrahta e completato dal figlio, re Kyansittha (1030-1112), che costruì anche nel 1105 il Tempio Ananda, con struttura e pianta di chiara ispirazione indiana, il Sulamani, costruito nel 1183 dal re Narapatisithu (1138-1211), il Htilominlo, costruito nel 1211 dal re Nadaungmya (1175-1235), e pochi altri vennero conservati, ma molti altri furono distrutti o trasformati, spesso con la realizzazione di nuovi affreschi sovrapposti alle pitture originali, e con sostituzione delle statue del Buddha con nuove sculture. Nel periodo dell’ultimo Regno birmano, la dinastia Konbaung (1752-1885), forse anche a imitazione dello stile neoclassico europeo che si era diffuso in Asia nell’800, molti templi vennero imbiancati e ridecorati.
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Bagan si trova in una zona sismica molto attiva e numerosi sono stati i terremoti che nel corso dei secoli hanno distrutto le sue meravigliose architetture. Gli ultimi, tra i più gravi, sono stati nel 1975 e nel 2016, e hanno danneggiato molte costruzioni anche in modo irreversibile, come nel caso del tempio Bupaya. Le ricostruzioni operate dal regime militare birmano (al potere dal 1962 al 2011 e poi nuovamente e a partire dal 2021) sono state aspramente criticate dai restauratori di tutto il mondo, per le alterazioni apportate alle architetture e per l’uso di materiali moderni per i restauri, come il cemento e le fibre plastiche.

La costruzione di strade, di un campo da golf e di una torre di osservazione alta 60 metri, volte a favorire il turismo, hanno peggiorato ancora di più la situazione che ha portato al rifiuto da parte dell’Unesco, per molti decenni, dell’iscrizione del sito nella lista del Patrimonio mondiale. A seguito di un lavoro di ripristino dei restauri e della promessa del Governo di spostare le infrastrutture turistiche fuori dal sito, Bagan è stata finalmente iscritta nella Lista del Patrimonio mondiale nel 2019.

Il Tempio Shwezigon

Il Tempio Htilominlo

Francesco Bandarin, 31 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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