Attenti al lupo

E ora Kiki Smith, che cosa accade «Now»?

Kiki Smith, «Now», 2006. Courtesy dell’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano
Giorgio Guglielmino |

«Attenti al lupo» cantava quasi trent’anni fa Lucio Dalla. Ma il lupo dell’artista Kiki Smith non fa paura, anzi viene voglia di accarezzarlo mentre ci guarda intensamente negli occhi.

Di quest’opera (fortunato chi l’ha acquistata), vista nella galleria di Raffaella Cortese a Milano, quello che mi ha colpito è stato anche il titolo «Now», adesso. Perché rende atemporale il disegno, lo slega da qualunque rappresentazione figurativa e ci dice che non stiamo guardando né la rappresentazione di qualcosa che l’artista ha visto o immaginato chissà quando, né un’idea fantastica di futuro immediato o solo sognato.

Siamo in contatto non con una rappresentazione ma con una realtà. L’opera d’arte quindi assume personalità e lo sguardo attento del lupo è lo sguardo dell’arte che entra in contatto con noi, un po’ come in un gioco di sguardi tra osservatore e opera così caro a un artista
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