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Astrattismo medianico

Federico Florian

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La Serpentine Gallery, dal 3 marzo al 15 maggio, dedica una mostra alla pittrice svedese Hilma af Klint (1862-1944), pioniera di un’arte astratta dal sapore esoterico. Dopo un esordio come ritrattista e paesaggista, a partire dal 1886 l’artista rivoluziona il proprio stile pittorico, abbandonando il figurativismo accademico a favore di un astrattismo puro e immaginifico. Insieme ad altre quattro artiste fonda la setta delle Cinque, con le quali invoca spiriti e comunica con essi mediante immagini e tecniche di disegno e scrittura automatiche (anticipando di diversi decenni le sperimentazioni surrealiste a venire). Tra le maggiori opere di Hilma af Klint in mostra a Londra, una «commissione» che l’artista ricevette da un’entità sovrannaturale: la serie dei «Paintings for the Temple» (1905).

Si tratta di 193 dipinti astratti, influenzati dagli insegnamenti teosofici di Rudolf Steiner, mentore dell’artista (nella foto, «The Dove No.1»). La vicina Serpentine Sackler Gallery, nelle stesse date, ospita una mostra dei lavori (sculture al neon, vetrate colorate e fasci luminosi) del collettivo Das Institut, composto dalle tedesche Kerstin Brätsch e Adele Röder. La luce rappresenta il fulcro tematico (e fisico) dell’esposizione: le artiste hanno infatti modificato la percezione della luce in galleria coprendo i lucernari con gel colorato. In mostra anche lavori commissionati ad altri artisti, dimostrazione della natura collaborativa della pratica del duo: tra questi un film di Alexander Kluge e un ritratto delle artiste di Allison Katz.

Federico Florian, 01 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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Astrattismo medianico | Federico Florian

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