Art Basel Miami festaiola e permissiva
Insieme al successo (e anche a qualche speculazione) di artisti giovani ed emergenti, l’altra grande tendenza è stata la presenza sempre più significativa dell’arte digitale

Tradizionalmente Art Basel a Miami Beach chiude il calendario del mondo dell’arte. Questo dicembre, dopo una stagione autunnale anomala, strapiena di fiere che si sono accumulate a causa della pandemia, la settimana dell’arte di Miami è stata ancora una volta il fiocco finale di un anno molto speciale. La verità è che, a parte l’occasionale mascherina (solo Art Basel faceva rispettare il provvedimento) e la ridotta presenza di europei e asiatici, la città è stata accogliente e festaiola come nelle passate edizioni.
L’atmosfera era divertente, tutti felici di poter finalmente apprezzare l’arte di persona e di incontrare vecchi e nuovi amici, colleghi e clienti.
In qualche modo sembrava che nulla fosse diverso, ma il cambiamento era nell’aria e nelle offerte. Art Basel ha allentato alcuni dei suoi requisiti molto rigidi. Ad esempio, nella candidatura delle gallerie non è più richiesta l’età minima di almeno tre anni, come in precedenza. I candidati non sono più tenuti ad avere uno spazio permanente o ad allestire un certo numero di mostre all’anno (sempre che le facciano) e in un aggiornamento specifico per Miami, le gallerie che partecipano a Nova e Positions (le sezioni dedicate ai nuovi talenti emergenti) non hanno più bisogno di rappresentare formalmente gli artisti che espongono in fiera. La domanda da parte dei collezionisti è stata forte alla fiera principale e alle oltre dieci fiere satelliti. I galleristi riferiscono buoni affari, in particolare per opere di pittori giovani ed emergenti.
Molti degli stand di Nada (New Art Dealers Alliance), hanno venduto tutte le opere il giorno dell’apertura e report simili sono arrivati dalle altre fiere. Infatti, insieme al successo (e anche a qualche speculazione) di artisti giovani ed emergenti, l’altra grande tendenza è stata la presenza sempre più significativa dell’arte digitale, da un grande schermo sulla spiaggia ai molti stand che la offrivano. L’onnipresente parola «Nft» si è sentita in tutta la città, non c’è fiera che non avesse almeno uno stand vendendoli. La stessa Art Basel offriva ai visitatori la possibilità di creare il proprio Nft, cosa che naturalmente abbiamo fatto tutti. Chi può rifiutare un gettone gratuito con cui pagarsi il viaggio per ritornare l’anno prossimo?