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Michela Moro
Leggi i suoi articoliLa nuova sede della Fondazione Prada è un’eccellenza cittadina. Rem Koolhaas ha trasformato l’ex distilleria Società Italiana Spiriti combinando edifici preesistenti con nuove ardite soluzioni architettoniche per farne risultare differenti parti espositive
La collezione, ospitata nelle aree perimetrali della distilleria, vanta installazioni da fare invidia a molti musei, come quelle di Robert Gober e Louise Bourgeois nella luccicante torre dorata o il «Progetto Grottesco» di Thomas Demand, meticoloso e dettagliato allestimento sugli antichi Grotti. Il bar Luce progettato dal super regista Wes Anderson, un luogo dove bere un buonissimo caffè e fare un tuffo nell’Italia di provincia fatta di bar démodé, è diventato immediatamente uno dei luoghi da non perdere in città.
Le mostre temporanee sono sempre in heavy rotation. Due quelle in corso: «To the Son of Man Who Ate the Scroll» è una collettiva curata da Goshka Macuga dedicata alla storiografia dell’uomo, all’angoscia del tempo che passa, alla perdita dei riferimenti del passato e alla riflessione di questa angoscia nel percorso artistico. Tra le opere esposte, un androide dell’artista polacca, lavori di Alberto Giacometti, Lucio Fontana, Hanne Darboven e molti altri. «L’Image volée» è una mostra progettata da Thomas Demand che mette in luce la bellezza nel gesto del furto e dell’appropriazione, debita o indebita, di un’immagine o di un patrimonio estetico. Tante le opere «criminali»: il tappeto persiano rubato da Maurizio Cattelan per la mostra «Art by Telephone» a Chicago, il quadro di Gerhard Richter trasformato in tavolino da Martin Kippenberger, la foto di Man Ray che ritrae Duchamp contraffatta da Elaine Sturtevant, piccolo genio dell’arte della falsificazione.
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