Federico Florian
Leggi i suoi articoliSulla scena delle gallerie commerciali londinese ha esordito la Gallery Climate Coalition (GCC), un’organizzazione non profit il cui obiettivo è sensibilizzare l’industria dell’arte all’emergenza climatica, sviluppando e proponendo alternative ecosostenibili. L’hanno fondata le gallerie Thomas Dane, Kate MacGarry, Lisson e Sadie Coles; le giornaliste Louisa Buck e Daisy Garnett; il ricercatore Harris Kuemmerle; la piattaforma digitale Artlogic; l’ufficio stampa Scott & Co e Frieze Art Fair).
L’intento è ridurre al 50% l’impatto ambientale del mondo dell’arte entro i prossimi dieci anni, in linea con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, sottoscritto dagli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «La GCC è nata dal senso di frustrazione generato dalla difficoltà di ottenere informazioni e linee guida su come gestire un piccolo business in modo efficace, pur mantenendosi responsabili dal punto di vista ambientale, dichiara Thomas Dane, cui si deve l’idea iniziale. Puntando a questo obiettivo, non era chiaro quale potesse essere l’azione migliore da intraprendere». Per ovviare a tale mancanza di chiarezza, la nuova «coalizione» ha sviluppato un sito web che contiene strumenti pratici e nuove ricerche accessibili a tutti i membri (l’iscrizione non ha un costo fisso ma prevede una donazione volontaria).
In primis un «carbon calculator», creato appositamente per le gallerie commerciali, che fornisce stime tangibili dell’impatto sull’ambiente di ciascuna attività, oltre a un assortimento di informazioni specifiche e consigli pragmatici su come minimizzare sprechi e pratiche inquinanti. Il sito ospita anche una serie di conversazioni video su tema ecologico, che coinvolgono personalità quali Maria Blashaw e Frances Morris (le direttrici della Tate Gallery e della Tate Modern), l’artista John Akomfrah e l’attivista ambientale Mark Lynas.
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