Dean, che si definisce «tanto un artista che fa installazioni quanto uno scrittore, un tipografo, un drammaturgo e un filosofo», realizza sculture-glifi che prendono forma dal linguaggio scritto. Interessato a come le parole possano materializzarsi in sculture mute, l’artista ha inventato un alfabeto tridimensionale che lui solo è in grado di decifrare.
Hamilton, laureatasi al Royal College of Art di Londra, è nota per le sue sculture pop, in cui rielabora una certa estetica sessualizzata tratta dalla pubblicità, dalla televisione e dai mezzi d’informazione di massa. Tra le sue opere più celebri una porta delimitata da due enormi natiche maschili, presentata in una personale allo Sculpture Center di New York nel 2015; un progetto originario del designer italiano Gaetano Pesce, concepito per un appartamento newyorkese ma mai realizzato.
Oltre ai lavori della Marten, la più giovane del gruppo, la mostra include fotografie-sculture della quarantanovenne Pryde: artista, quest’ultima, che gioca con le convenzioni fotografiche, strizzando l’occhio alla fotografia pubblicitaria e di moda. Tra le sue opere più recenti, un trenino in movimento dal quale i visitatori potevano osservare una serie fotografica che ritraeva dettagli di mani.
25mila sterline (circa 29mila euro) spetteranno al vincitore del premio, che verrà annunciato il prossimo dicembre, mentre agli altri finalisti andranno 5mila sterline (5.800 euro) Compongono la giuria, presieduta dal Direttore della Tate Britain Alex Farquharson, i curatori Michelle Cotton (direttore della Bonner Kunstverein), Tamsin Dillon, Beatrix Ruf (direttore dello Stedelijk di Amsterdam) e Simon Wallis (direttore di The Hepworth Wakefield).
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