Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliCittà del Vaticano. In giorni in cui le prime pagine dei giornali riportano, quasi quotidianamente, notizie certo non rassicuranti dalla Corea del Nord, il Vaticano ospita un’esposizione che ripercorre le vicende storiche del cristianesimo in Corea. Apre oggi al pubblico presso il Braccio di Carlo Magno, e resterà visibile sino al 17 novembre, «Come in cielo così in terra. Seul e i 230 anni della Chiesa Cattolica in Corea», mostra organizzata dalla Chiesa Cattolica in Corea con la collaborazione del Comitato di Esaltazione dei Martiri Coreani dell’Arcidiocesi di Seul, e curata dell’Arcidiocesi di Seul e dal Seoul Museum of History.
Oltre che come testimonianza storica, la mostra si attesta dunque anche per la sua forte valenza simbolica, come manifesto messaggio di pace. Il cristianesimo in Corea ha radici salde ma relativamente giovani, e da subito ha conosciuto ostacoli e persecuzioni, culminate nel divieto da parte del Governo, nel 1785, di tenere riunioni religiose.
I 183 reperti in mostra, allestiti ora nella sede espositiva dei Musei Vaticani che raccorda la facciata di San Pietro al colonnato della piazza, illustrano la diffusione del messaggio evangelico e il culto dei martiri per la fede, dalle origini sino all’epoca moderna, con testimonianze come la calligrafia «L’adorazione verso il Cielo», con l’impronta della mano di Ahn Jung-geun, attivista indipendente imprigionato e ucciso nel marzo 1910.
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