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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliL’accessibilità è, da anni, una delle parole chiave del Ministero della Cultura. Declinata in termini di fruibilità non solo fisica, ma anche sensoriale e cognitiva, essa è l’obiettivo che si prefigge «Personeper», il primo piano nazionale di formazione per chi opera nei luoghi della cultura, al fine di migliorare l’accessibilità di spazi, contenuti e servizi. Promosso e realizzato dalla Direzione generale Musei del MiC, guidata da Massimo Osanna, il piano di formazione è curato dalla Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. L’iniziativa è articolata in attività di formazione, gratuite, in presenza e online, rivolte al personale di musei, archivi, biblioteche, parchi archeologici e istituzioni culturali pubbliche e private. Le figure interessate sono tutti i professionisti impegnati nei luoghi della cultura.
«Personeper» è finanziato con 1,085 milioni di euro dall’Unione Europea-NextGenerationEU, nell’ambito del Pnrr Cultura 4.0 attraverso l’investimento «1.2 Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura». Spiega Osanna: «Abbiamo scelto di investire in modo strutturale e strategico sulle competenze degli operatori culturali, affinché l’accessibilità diventi un criterio ordinario di progettazione nei luoghi della cultura. La formazione è un’azione di sistema, capillare e innovativa, che rende concreti i principi di equità, inclusione e partecipazione promossi dall’investimento Pnrr. Una sfida che non riguarda solo l’eliminazione degli ostacoli, ma la costruzione di una cultura dell’accessibilità diffusa, competente e condivisa».
Per tutto il mese di giugno si sono tenuti 40 appuntamenti in presenza, su tutto il territorio nazionale, anche con attività laboratoriali. «Oltre le barriere», «Cantieri», «Missione accessibilità» sono i titoli di alcuni dei corsi, dedicati alla ricerca di ostacoli, visibili e invisibili, all’interno degli istituti museali. Ora la formazione prosegue nella modalità a distanza, con quattro percorsi online, per un totale di oltre 600 ore di formazione e 180 docenti coinvolti. Per strutturare corsi e approfondimenti è stato necessario l’ascolto dei territori e la collaborazione con istituti e stakeholder, enti locali e associazioni di categoria. Precisa Onofrio Cutaia, commissario straordinario della Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali: «Il piano di formazione è il frutto di un intenso lavoro di confronto con istituzioni ed esperti. Abbiamo ascoltato, osservato e dialogato con le organizzazioni, i territori e con chi quotidianamente opera nei luoghi della cultura. Ne è nata un’offerta formativa che fornisce strumenti per rispondere alla sfida dell’accessibilità. Un contributo alla partecipazione collettiva, attiva e consapevole al patrimonio culturale».
«Personeper» prevede anche un programma di visite di studio, in Portogallo e in Finlandia, rivolto a professionisti selezionati tramite avviso pubblico, perché possano confrontarsi con strategie e buone pratiche già adottate all’estero. Infine saranno pubblicati tre quaderni dedicati ad altrettanti macrotemi dell’accessibilità, mentre è già disponibile online la guida breve «Buone pratiche di prima accoglienza ad uso degli operatori museali» (fondazionescuolapatrimonio.it), adattamento della guida, in lingua francese, edita dalla Maison de Victor Hugo di Parigi.
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