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Una veduta dell’allestimento della nuova sezione del museo che racconta la storia del Colosseo, negli ipogei dell’Anfiteatro Flavio

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Una veduta dell’allestimento della nuova sezione del museo che racconta la storia del Colosseo, negli ipogei dell’Anfiteatro Flavio

Negli ipogei del Colosseo le sue ultime fasi di vita

Nella sezione museale appena inaugurata sono esposti per la prima volta i reperti rinvenuti durante i recenti scavi che documentano l’attività dell’Anfiteatro Flavio tra V e VI secolo d.C. Ci parla del nuovo allestimento Federica Rinaldi, appena nominata direttrice del Museo Nazionale Romano

Arianna Antoniutti

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«Con questo nuovo allestimento raccontiamo una lunga giornata al Colosseo», così Federica Rinaldi, responsabile dell’Anfiteatro Flavio, illustra il senso della nuova sezione museale negli ipogei del monumento romano. Dopo l’allestimento dedicato ai gladiatori, nella parte orientale dei sotterranei, divenuto permanente nel 2023, questo nuovo settore espositivo rovescia la prospettiva, concentrandosi sullo spettatore.

Il progetto museografico complessivo dei sotterranei del Colosseo, curato da Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro, valorizza spazi inediti e si configura ora come il primo lotto del futuro museo diffuso del Colosseo. «Tutela, ricerca e valorizzazione, i tre pilastri di ogni museo che non voglia mai smettere di ripensarsi, ha detto Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, consentono di offrire sempre nuove prospettive, invitando il pubblico ad accrescere la propria conoscenza e in ultima istanza a tornare a vistarlo, mantenendo un filo diretto con l’istituzione. In questa direzione va quindi il nuovo allestimento degli ipogei, aperti al pubblico nel 2021, valorizzati nel 2022 con una prima mostra temporanea, poi divenuta permanente nel 2023; oggi la nuova sezione completa questo primo percorso di riqualificazione, secondo la logica della esposizione dei reperti nel loro contesto di provenienza. Una scelta espositiva che innova quella esistente e si muove al passo con le ricerche e le scoperte che continuano a rendere vivo il Colosseo».

Una veduta dell’allestimento della nuova sezione del museo che racconta la storia del Colosseo, negli ipogei dell’Anfiteatro Flavio

Il nuovo percorso museale, con la curatela scientifica di Federica Rinaldi, Alessandra Celant e Claudia Minniti e l’allestimento progettato dallo Studio Tortelli e Frassoni di Brescia, presenta per la prima volta al pubblico i risultati degli scavi, coordinati dal PArCo a partire dal 2022, sulla piazza del Colosseo, in particolare nell’area del collettore idraulico ipogeo. Settanta metri di stratigrafia hanno portato alla luce numerosissimi reperti, ora per la prima volta esposti: ossa di animali, resti vegetali, anfore, lucerne, monete, pettini, spilloni per capelli, aghi da cucito, spolette per il filato, stuzzicadenti per l’igiene personale, dadi, pedine per i giochi da tavola e le piccole monete tipiche del tardo impero. Tutti i reperti documentano difatti le ultime fasi di vita del Colosseo (V-VI secolo d.C.), che corrispondono a una progressiva diminuzione delle attività di manutenzione.

«Lo scavo, prosegue Federica Rinaldi, ha portato al rinvenimento del materiale anche più minuto e apparentemente insignificante, come frammenti di legno e polline. Tre anni di studio, catalogazione e digitalizzazione ci hanno consentito di approfondire la conoscenza dei reperti e, a breve, una pubblicazione scientifica racchiuderà i risultati della nostra ricerca. In quattro sezioni qui illustriamo il panem et circenses, il dono da parte dell’imperatore di cibi pregiati, vino e monete, ma raccontiamo anche la minuta vita quotidiana degli spettatori del Colosseo».

Fra ossa di grandi felini e frammenti di legni di varia natura, che ci consentono di immaginare quella perfetta macchina per lo spettacolo, fatta di scenografie e strutture per sollevare animali e uomini, due sono gli oggetti più rari trovati nello scavo. Uno è un anello d’oro (VI-VII secolo), decorato da una piccola architettura, con all’interno una sferetta che ancora oggi tintinna, l’altro è una defixio, una tavoletta per maledizioni. Realizzata in piombo, risale al III-IV sec. d.C., e sulla sua superficie presenta segni incisi a simboleggiare fulmini e, fra di essi, un albero secco. La scritta «sus», (porco, cinghiale), va letta come un insulto, indirizzato probabilmente, vista la presenza di uno scudo, a un gladiatore. Lo studio sulla defixio prosegue e gli archeologi non escludono di riuscire a leggere il nome del gladiatore maledetto.

Una veduta dell’allestimento della nuova sezione del museo che racconta la storia del Colosseo, negli ipogei dell’Anfiteatro Flavio

Arianna Antoniutti, 16 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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