Al MaXXI brillano le stelle di Nannucci

Una mostra antologica esplora l’arte di un concettuale della luce

«More than meets the eye», l'opera permanente di Maurizio Nannucci al MaXXI
Guglielmo Gigliotti |

Roma. Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) porta al MaXXI, fino al 18 ottobre, le sue parole luminose, in una mostra antologica, ma non diacronicamente strutturata, curata da Bartolomeo Pietromarchi, dal titolo «Where to start from» (nel catalago edito da Mousse testi del curatore, di Stefano Chiodi e un’intervista all’artista di Hou Hanru).
In occasione della presentazione alla stampa, il 24 giugno, Anna Mattirolo, direttrice del museo, ha annunciato che «da oggi il MaXXI ha una nuova stella». È  la grande scritta al neon, resa permanente dall’acquisto degli Amici del MaXXI, che campeggia sulla facciata del museo progettato da Zaha Hadid e nella quale Nannucci esprime un suo concetto fondamentale: «More than meets the eye». Più di quanto gli occhi vedano, oltre alle apparenze e dentro il significato profondo delle cose. Che per Nannucci, e tutta la generazione di artisti concettuali affermatisi
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