Con la mostra «Hotel Beethoven. Connecting people, sounds and ideas», visibile dal 13 ottobre al 17 gennaio, il Palais des Beaux-Arts-Bozar celebra i 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven, avvenuta a Bonn il 16 dicembre 1770. Realizzata in collaborazione con la Bundeskunsthalle di Bonn e curata da un team di esperti, la rassegna propone una rilettura in chiave contemporanea dell’opera e della figura del geniale compositore tedesco, concentrandosi non tanto sulla sua vita, quanto sull’eredità che ha lasciato e che ha fatto di lui una vera e propria icona.
Tanti artisti, anche contemporanei, hanno posato gli occhi su di lui, come documentano le opere in mostra di Franz von Stuck, Katie Paterson, Antoine Bourdelle, Andy Warhol e John Baldessari, tra gli altri. Il percorso è diviso in «stanze», come un hotel, metafora dello spazio pubblico e privato e luogo di incontro legato al viaggio.
La prima stanza è dedicata alla «Sonata al chiaro di luna» con le interpretazioni di artisti come Louis Soutter, Raoul Hausmann e Terry Adkins. La seconda stanza porta il visitatore nell’atelier di Beethoven, mentre la terza e la quarta analizzano la dimensione politica della sua opera. Chiude il percorso un’installazione sonora di pianoforti d’epoca accompagnata da disegni dell’artista tedesca Jorinde Voigt, tra spartiti e composizioni grafiche. Fino al 10 gennaio Bozar presenta anche la collettiva «Danser Brut», realizzata insieme al Museum Dr. Guislain di Gand.
Il percorso esplora i movimenti del corpo, le espressioni del viso, la dimensione del rito e della trance e la danza come isteria, tessendo legami inattesi tra opere d’arte, film e documenti medici di Michaël Borremans, Franz Hartl, Rebecca Horn, Louise Bourgeois, Toulouse-Lautrec, Charlie Chaplin e Georges Méliès. Il 30 ottobre, infine, s’inaugura la mostra digitale «Facing Van Eyck» (fino al 17 gennaio), con immagini ad altissima definizione di venti opere del grande artista fiammingo digitalizzate dall’Institut Royal du Patrimonie Artistique di Bruxelles.
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